Interventi concreti, l'unità come stella polare necessaria, e un imperativo: "Bisogna fare in fretta". I primi giorni del governo Mario Draghi potrebbero viaggiare su questo triplice binario, guardando, innanzitutto, al discorso programmatico che l'ex governatore della Bce terrà in settimana alle Camere.

Nel suo discorso il premier metterà al centro le emergenze del Paese, a cominciare da quelle legate alla pandemia. Con un nodo che, già nei prossimi giorni, Draghi sarà chiamato a sciogliere: se confermare - e con quali deleghe - il commissario Domenico Arcuri, braccio destro di Giuseppe Conte nella strategia anti-virus del precedente governo.

CHIUSURE E RISTORI - All'indomani del giuramento del nuovo governo, infatti, il Paese si risveglia subito con una nuova, accesissima, polemica sulla sponda chiusure. Il "lockdown totale" preannunciato dal consulente del ministro Roberto Speranza, Walter Ricciardi, e lo stop allo sci fino al 5 marzo decretato dal ministero della Salute.

NODO CTS - Con Matteo Salvini che invoca un "cambio di squadra" non solo per Arcuri ma per l'intero Cts.

Lo stop alla montagna mette anche sul tavolo di Palazzo Chigi la prima urgenza: il decreto ristori, che potrà contare sui 32 miliardi dello scostamento di bilancio di gennaio e che va, sostanzialmente, riscritto. Direzionando molte risorse al comparto produttivo e alberghiero legato allo sci.

SOTTOSEGRETARI - A Draghi toccherà poi anche individuare il non facile punto di equilibrio sulla squadra dei sottosegretari. Con la partita che, secondo fonti qualificate di governo, sarà chiusa entro la settimana, al massimo venerdì.

Le caselle da riempire sono diverse e, come per quelle di governo, non tutte sarebbero destinate a politici.

Per il sottosegretario all'Editoria, ad esempio, Draghi starebbe pensando - secondo diverse fonti di governo - ad una figura tecnica, esperta del settore. Mentre la delega ai Servizi segreti, sulla quale Renzi ha disegnato il suo piano di defenestrazione di Conte, potrebbe tornare nelle mani del premier. I partiti, intanto, scalpitano.

I NOMI - Laura Castelli e Antonio Misiani potrebbero essere riconfermati al Mef. Vito Crimi, secondo alcune fonti di governo, potrebbe finire alla Giustizia guidata da Marta Cartabia e nelle mire anche di FI e Iv. E il M5S guarda anche al Mit e al ministero della Transizione Ecologica. Al primo punta alla riconferma Giancarlo Cancelleri, forte anche della protesta della Sicilia, finora assente nell'esecutivo. Al secondo potrebbe finire un big governista come Stefano Buffagni.

La Lega guarda invece al Viminale, magari riportando all'Interno un salviniano doc come Nicola Molteni mentre nel Pd tiene banco il caso quote rosa. Sembrano quindi andare verso la riconferma tutte le sottosegretarie Dem del Conte II, magari con qualche new entry.

E poi c'è il dossier Recovery, che Draghi svilupperà in strettissimo coordinamento con l'Ue.

(Unioneonline/v.l.)
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