"Un ulteriore colpo, probabilmente mortale, al già compromesso equilibrio del sistema carcerario sardo". Con queste parole Pietro Pittalis, deputato di Forza Italia, porta all'attenzione dell'Aula la possibile chiusura del carcere di San Daniele di Lanusei, in un'interrogazione a risposta scritta rivolta al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

Come ricordato da Pittalis nel testo dell'atto (4-04111), la situazione del sovraffollamento carcerario in Sardegna è ormai endemica e colpisce i maggiori penitenziari dell’isola. A detenere il record, in questo senso, è proprio il carcere nuorese dove il sovraffollamento oscilla intorno al 136%.

Ad aggravare il quadro, poi, l'alto numero di detenuti in regime di alta e massima sicurezza: 900 (92 in 41-bis) su 2.321 ristretti. Un numero significativo perché si tratta di reclusi, con pene piuttosto alte, quasi tutti provenienti dalla Penisola, concentrati in 5 istituti penitenziari su 10. Dall'alto lato, invece, il numero dei direttori è ridotto all’osso: sono solo 4 e a due di loro sono assegnati importanti incarichi per il provveditorato regionale. Questo scompenso, come sottolinea il deputato forzista, rende difficile garantire un equilibrio tra attività trattamentale e sicurezza.

La chiusura del carcere di Lanusei, quindi, porterebbe al ricollocamento dei reclusi sardi in strutture già sovraffollate, con un ulteriore peggioramento delle condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza di detenuti e degli operatori. Per questo motivo, Pittalis chiede al Guardasigilli quali azioni intenda mettere in campo per risolvere la situazione del penitenziario di San Daniele di Lanusei e quella di tutte le strutture carcerarie dell'isola.
© Riproduzione riservata