Luigi Di Maio attaccando la Francia sulle sue politiche neocoloniali ha scatenato un caso diplomatico con i cugini d'Oltralpe, che hanno convocato la nostra ambasciatrice a Parigi, Teresa Castaldo.

Ma è vero quello che ha detto il ministro e vicepremier pentastellato? C'è una effettiva correlazione tra gli sbarchi e l'utilizzo del franco CFA?

Le colonie francesi che utilizzano la moneta sono 14: Camerun, Ciad, Gabon, Guinea Equatoriale, Repubblica Centrafricana, Repubblica del Congo, Benin, Burkina Faso, Costa D’Avorio, Guinea Bissau, Mali, Niger, Senegal e Togo.

Sono gli stessi dati pubblicati sul sito del Viminale a smentire la teoria di Di Maio. I numeri, aggiornati al 31 dicembre 2018, registrano le nazionalità dichiarate al momento dello sbarco. E nelle prime dieci posizioni ci sono solo tre Paesi che utilizzano il franco CFA, che si trovano tralaltro agli ultimi tre posti.

Parliamo della Costa d'Avorio, del Mali e della Guinea, che messi assieme fanno poco più di 2700 persone sulle 23370 complessivamente sbarcate nel 2018. Paesi che messi insieme fanno meno dell'Eritrea, ex colonia italiana al secondo posto con ben 3320 persone sbarcate.

I dati del Viminale (foto Viminale)

Va inoltre considerato che il Mali è stato preso di mira dai terroristi islamici, che hanno scatenato una guerra senza quartiere all'esercito e alla popolazione locale, oltre che ai caschi blu dell'Onu.

Quanto ai richiedenti asilo negli Stati membri Ue, gli ultimi dati Eurostat (relativi al 2017) sbugiardano ulteriormente il vicepremier. Tra i primi dieci Paesi per richiedenti asilo, l'unico che utilizza il franco CFA è la Guinea, al nono posto: parliamo di 17mila richiedenti asilo su 649mila totali, un misero 2%.

I dati sui richiedenti asilo (foto Eurostat)

Quelle di Di Maio sono dunque parole in libertà, buone per l'eterna campagna elettorale e per aizzare i fans contro gli odiati cugini d'Oltralpe.

TASSA COLONIALE - E, stando al fact checking di Le Monde, il leader pentastellato ha detto una castroneria anche sulla tassa coloniale. Solo due dei 14 Paesi con il franco CFA hanno ancora rapporti con la Francia che prevedono restrizioni economiche di qualche tipo: sono la Guinea e la Repubblica Centrafricana. Anche in questi due casi nessuna tassa, solo qualche impedimento. Tutti gli altri non devono pagare alcuna tassa e hanno liberamente scelto di utilizzare il franco CFA, moneta stabile perché vincolata all'euro. E che dunque garantisce una certa costanza dei prezzi, permette scambi più semplici con i Paesi Ue ed evita eccessive impennate dell'inflazione.

Certo, il franco CFA ha i suoi detrattori, e sono tanti a pensare che sia un freno allo sviluppo dei Paesi che li utilizzano.

Comunque la si pensi, una cosa è certa. Non esiste alcuna correlazione tra il franco CFA e i migranti che sbarcano sulle nostre coste o muoiono in mare.

Davide Lombardi

(Unioneonline)
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