Prime gatte da pelare per Mario Draghi in vista dell'esordio in Parlamento per chiedere la fiducia.

Ad agitare le acque è soprattutto la Lega, il cui leader Matteo Salvini ha chiesto un cambio di linea sulla gestione dell'emergenza virus (nel mirino le chiusure, in particolare quelle riguardanti le piste da sci) e sulla gestione dei flussi migratori, frecciate dirette implicitamente ai riconfermati ministri Speranza e Lamorgese.

Si parla però anche di modifiche al Comitato tecnico scientifico guidato dal commissario Arcuri che fin qui ha gestito l'emergenza, nel mirino ancora una volta della Lega, ma anche di Forza Italia.

E Draghi deve anche affrontare il nodo delle nomine dei sottosegretari, cercando di accontentare e mettere d'accordo tutti i partiti che compongono la variegata e ampia maggioranza che ha accettato di dargli appoggio.

L'ipotesi al momento è di circa 12 sottosegretari vadano al M5s, 8 alla Lega, 6 o 7 a Partito democratico e Forza Italia, 1 o 2 a Italia Viva o Leu.

Per quanto riguarda i nomi, nel M5s si spinge per deleghe in ministeri che si occupano del Recovery e si parla dell'ipotesi che Vito Crimi vada alla Giustizia e che Carlo Sibilia venga confermato all'Interno, così come Laura Castelli all'Economia.

Nella Lega, invece, tornano nomi come Nicola Molteni, Stefano Candiani, Durigon, Barbara Saltamartini.

Per Forza Italia si parla invece dei senatori Pichetto Fratin, Caliendo, Malan.

Un rebus che Draghi dovrà sciogliere in vista dei primi impegni ufficiali, anche a livello internazionale, che lo attendono nei prossimi giorni.

(Unioneonline/l.f.)
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