Centinaia di dipendenti degli enti locali a Cagliari, sotto il palazzo del Consiglio regionale, per sostenere la legge per l’attuazione del comparto unico che l’Aula ha iniziato a discutere oggi.

Il testo otterrà il via libera forse domani, anche perché per la discussione generale si sono iscritti a parlare in ventiquattro (ogni consigliere ha dieci minuti a disposizione), inoltre sono stati presentati emendamenti che richiedono un ulteriore passaggio in prima commissione.

Comparto unico significa equiparazione dei contratti (con parità di trattamento economico) dei dipendenti degli enti locali con quelli dei regionali.

La proposta firmata dal presidente della commissione Autonomia Salvatore Corrias rappresenta un primo passo verso l’obiettivo finale che non può essere raggiunto dall’oggi al domani. La norma prevede infatti l’istituzione dell’Aran (l'Agenzia per la rappresentanza negoziale della Regione e degli enti locali della Sardegna) e lo stanziamento di 12 milioni per il 2025 e 30 per il 2026. Ma per l’effettiva parità di trattamento economico bisognerà aspettare.

«Tutto dovrà avvenire con la dovuta gradualità, a livello economico - ha spiegato in Aula il relatore di maggioranza Corrias - questa proposta apre uno scenario nuovo, ci interessa avviare processo di riforma importante, questo è un tassello che ci consente di ripartire da dove ci siamo fermati 19 anni fa quando il comparto unico è stato istituito».

Per il relatore di minoranza Angelo Cocciu (Forza Italia) «abbiamo il dovere morale che ci obbliga nei confronti dei dipendenti pubblici discriminati». In modo trasversale l’Aula si sta esprimendo a favore del testo, ma negli interventi del centrodestra sono messi in evidenza i rischi di impugnazione da parte del Governo e anche la necessità di non creare illusioni anche perché - ha detto Fausto Piga di FdI - la copertura finanziaria è insufficiente, servirà lo stanziamento a regime di 80-90 milioni». 

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