Con tre votazioni a scrutinio segreto e a maggioranza assoluta, l’Aula della Camera ha respinto la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del ministro della Giustizia Carlo Nordio, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, coinvolti nella controversa vicenda legata alla liberazione del libico Almasri, accusato di torture e stupri.

I voti favorevoli alla relazione della Giunta delle autorizzazioni – che proponeva il diniego – sono stati 251, contro 117 contrari.

Al termine delle votazioni, l’annuncio è stato accolto dagli applausi dei banchi del centrodestra. La premier Giorgia Meloni, presente in Aula per il voto, ha lasciato l’emiciclo subito dopo l’esito, non prima di congratularsi con i ministri seduti al suo fianco.

Nordio è apparso visibilmente soddisfatto, circondato dai colleghi di governo e parlamentari della maggioranza, tra strette di mano e pacche sulle spalle.

L’opposizione ha accusato il governo di aver interferito con un’indagine della Corte Penale Internazionale e di aver bloccato, per ragioni politiche, l’arresto di un presunto criminale di guerra. Durissimo l’intervento in Aula di Angelo Bonelli (AVS), che ha parlato di una «pagina buia della Repubblica» e ha accusato il governo di aver «liberato un criminale di guerra».

Bonelli ha rivolto parole dure sia a Nordio che alla presidente Meloni: «Avete costruito una strategia della menzogna. Nordio ha mentito al Parlamento, Meloni ha mentito al Paese sostenendo che la liberazione dipendesse da una Corte d’Appello: è falso».

Anche Riccardo Ricciardi (M5S) ha attaccato Meloni, invitandola a «tornare in Aula non solo per salvare i suoi ministri», ma anche per affrontare temi fondamentali come i dazi, il genocidio e la situazione dei cittadini italiani coinvolti nella missione umanitaria della Flotilla.

Dopo il voto, Nordio ha parlato brevemente in Transatlantico, difendendo con forza l’operato del governo e criticando aspramente il Tribunale dei ministri: «Da modesto giurista, lo strazio che il Tribunale ha fatto delle norme è tale da stupirsi che non gli siano schizzati i codici dalle mani, ammesso che li abbiano consultati».

(Unioneonline)

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