Matteo Renzi ha formalizzato le sue dimissioni da segretario all'assemblea del Pd che ha reso ancora più concreta una scissione all'interno del partito.

"Sono maturi i tempi per una forza nuova", ha detto Enrico Rossi esponente di punta della minoranza che contesta la gestione del segretario .

Da Renzi, ha aggiunto, "non c'è stata alcuna risposta alle nostre richieste né di metodo né di merito".

Bersani da parte sua ha evidenziato: "Non possiamo affrontare a cuor leggero un tema come la divisione o altre scelte. Anche se ho sempre detto che da casa mia non mi butta fuori nessuno, ma se questo è il partito di uno solo non è più casa mia".

Aprendo all'hotel Parco dei Principi di Roma l'assemblea del Pd, Matteo Renzi aveva detto: "La parola chiave oggi è rispetto. Una comunità politica deve scegliere di rispettarsi sempre, di rispettare i militanti che chiedono a noi di rispettarci. Io ho avuto invece l'impressione che in questi mesi il Pd non si sia rispettato. Dico a tutti, senza distinzione, fermiamoci".

Nel suo intervento Renzi, che ha formalizzato le sue dimissioni dalla segreteria del partito, in pratica non ha aperto a nessuna delle richieste della minoranza per evitare la scissione: "La parola scissione è tra le più brutte, peggio c'è solo ricatto. Non è accettabile bloccare un partito per i diktat della minoranza".

E il segretario dimissionario ha tenuto a separare con forza gli elementi interni al partito dalla sorte del governo Gentiloni: "Voglio fare un appello: basta con la discussione e le polemiche sul governo - ha detto Renzi - vorrei un applauso per Paolo Gentiloni e per quello che stanno facendo i suoi ministri. Perché è impensabile che si trasformi il Congresso in un Congresso sul Governo, sarebbe un errore allucinante per tutti".

L'ex premier ha poi smontato con vigore una delle richieste della minoranza, e cioè la sua ricandidatura al congresso: "Non si può chiedere a una persona di non candidarsi perché solo questo evita scissione. Avete il diritto di sconfiggerci, non di eliminarci".

Il presidente del Pd Matteo Orfini ha quindi sciolto l'Assemblea dichiarando: "L'Assemblea ha formalmente indetto il Congresso, convocherò la Direzione martedì per la nomina della commissione congresso per l'elaborazione delle regole".
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