L’evoluzione delle truffe: l’editoriale del 5 novembre 2025
Riccardo De Lisa, Università di CagliariAntonio, 50 anni, professionista, riceve un messaggio telefonico: «Gentile cliente, sono stati rilevati movimenti anomali nel suo conto corrente bancario. Confermi la sua identità e le credenziali, al link seguente».
Antonio fa click. In poche ore, svaniscono 10.000 euro dal suo conto. Quando si rende conto dell’accaduto, è troppo tardi.
Maria, 40 anni, imprenditrice, è contattata da un operatore dell’antifrode. La avverte che qualcuno sta tentando di prelevare dei soldi dal suo conto.
«Deve immediatamente trasferire le somme su un conto temporaneo e sicuro».
Maria, impaurita, segue le istruzioni, e trasferisce l’intero saldo del suo conto corrente, 20.000 euro. A fine serata, i dubbi arrivano ma è troppo tardi: il raggiro è compiuto.
Fabrizio, pensionato, navigando sui social, trova un annuncio che promette rendimenti da favola, «la ricetta per gli investimenti finanziari di successo».
Compila il form con i propri dati. Viene richiamato da un operatore «professionale e rassicurante» che spiega in dettaglio la loro attività.
Fabrizio si convince, investe con loro 30.000 euro. Dopo una settimana chiama per informarsi sul suo investimento: nessuno risponde.
Tre storie di raggiri, di truffe finanziarie online, con modi diversi ma molto efficaci nel manipolare il depositante e spillargli i suoi risparmi.
Le truffe stanno crescendo giorno dopo giorno e colpiscono soggetti non solo fragili e vulnerabili ma anche individui in genere attenti e prudenti.
Le tecniche per frodare si evolvono e sono sempre più sofisticate, utilizzano l’ingegneria sociale per far presa sulla psicologia e sulle emozioni delle vittime, assorbite dallo stress e dai ritmi della vita di oggi.
Fanno leva sulla fiducia, mal riposta, in un messaggio, in un’apparenza, in una conversazione, spesso creando urgenza e innescando sentimenti di paura, “attizzando” il timore di perdere i propri risparmi.
Dietro ogni truffa digitale c’è sempre una fiducia tradita e un raggiro ben costruito e verosimile.
Come possiamo proteggere i nostri risparmi dai truffatori? I possibili rimedi non sono tanto tecnici ma culturali.
La fiducia deve lasciare spazio ad una sana diffidenza e cautela.
Le banche non chiedono mai dati sensibili via telefono o via email, così come nessun operatore serio chiede di spostare denaro per motivi di sicurezza.
Tutte le volte che c’è una pressione psicologica o emotiva (“il tuo conto è in pericolo”; “fai in fretta”), la truffa è dietro l’angolo.
Una prima regola d’oro è quella di contattare sempre la propria banca tutte le volte che queste situazioni si presentano e mai agire di impulso.
Altra regola fondamentale è quella di non cliccare mai su link sospetti presenti su email o messaggi telefonici che invitano ad accedere al proprio conto bancario, per non aprire la porta ai truffatori.
Buona prassi è anche tenere sotto controllo i movimenti del conto con messaggi di alert e aggiornare spesso le credenziali di accesso.
Altro aspetto su cui prestare attenzione è l’alfabetizzazione finanziaria.
In Italia non siamo bravissimi in finanza e perciò dobbiamo migliorare, rinforzare la nostra cultura finanziaria, ma non solo.
Oggi occorre anche pensare alla cultura digitale.
La finanza si combina sempre più con la tecnologia digitale, che può semplificare la gestione dei rapporti bancari ma, per altro verso, offre anche ai truffatori nuove strategie per colpire i risparmiatori.
Campagne pubbliche e private, corsi e seminari, accordi con banche, associazioni e sistema educativo sono importanti e possono giocare un ruolo rilevante nella protezione del risparmiatore.
Occorre sensibilizzare i cittadini al pericolo delle truffe online e alle regole di base per non cadere nelle trappole dei banditi finanziari.
Riccardo De Lisa – Università di Cagliari
