Domenica sarà il giorno del ricordo, delle lacrime e del dolore per tante persone che hanno vissuto il dramma di un familiare vittima della strada. Sarà un giorno triste, ma la finalità non è solo quella di pensare ai propri cari, quanto di educare, sensibilizzare e prevenire. Con questo scopo è nata la Giornata mondiale in memoria delle vittime della strada, che si celebra appunto domenica, così come la Giornata nazionale dedicata alle vittime della strada, istituita nel nostro Paese il 29 dicembre del 2017 con la legge numero 227. L’obiettivo è anche quello di stringersi attorno a chi ha dovuto sopportare una grande tragedia, ma soprattutto ricordare quanto sia importante promuovere una guida sicura e consapevole, spiega la Pastorale della salute nel promuovere la ricorrenza di domenica.

E in particolare, la Pastorale richiama l’attenzione sul fatto che è necessario «evitare comportamenti che possano mettere in pericolo chi guida e chi gli sta attorno, al fine di custodire la propria vita quale bene fondamentale donato da Dio». Un concetto sul quale è bene concentrarsi, perché non sempre sono chiare le conseguenze del nostro agire, non tanto quando ci mettiamo alla guida, cosa più facile da percepire, quanto nel momento in cui si fanno delle scelte che poi possono determinare, anche casualmente, incidenti.

Proprio in questi giorni abbiamo pianto nuove giovanissime vittime della strada in Sardegna, ma anche lavoratori che la professione ha portato a percorrere quotidianamente la rete viaria dell’Isola. Sono circa un’ottantina i morti registrati (purtroppo l’elenco cambia e viene tragicamente aggiornato quasi quotidianamente) nella nostra regione da inizio anno. Nel 2024, più o meno nello stesso periodo erano stati 97, mentre il 2023 aveva fatto registrare 110 croci in 12 mesi.

Ecco, le croci. Sono quelle che restano lungo le strade sarde, disseminate di cantieri, buche, avvallamenti, ostacoli improvvisi e certamente poco sicure. La Sassari-Olbia è stata appena realizzata, nuova di zecca, ma non ha le barriere di protezione dagli animali. Le Provinciali sono sempre più spesso prive dei requisiti minimi di sicurezza, con guardrail inesistenti nonostante le pendenze, tubi che fanno da argine alla carreggiata ma si aprono come quando il coltello affonda nel burro, ogni qual volta vengano appena toccate dai mezzi di locomozione. Per non parlare di segnaletica inesistente o carente e illuminazione pari allo zero.

Certo non si può avere tutto e poi ci lamentiamo anche quando viene aperto un nuovo cantiere. È vero. Lo facciamo perché sappiamo che quel cantiere durerà un’eternità. Provate a dormire a casa sotto un’impalcatura che non è stata sistemata per il tempo che serve a imbiancare la casa, ma è perenne. È facile comprendere che la nostra abitazione non può essere sicura in quelle condizioni e nessun tecnico ci darebbe l’agibilità.

Perché allora si continua all’infinito a passare su corsie ristrette da divisori arrugginiti (a causa del troppo tempo in cui rimangono sulla carreggiata), cantieri che con la pioggia non si vedono e strade che per tanti mesi ci costringono a imitare i piloti dei rally anche se gli sport dei motori non ci hanno mai appassionato?

La sicurezza stradale non riguarda solo la nostra sfera di autocoscienza che ci dice di non schiacciare sul pedale per non esagerare con la velocità. E non bastano la prevenzione o i corsi di guida sicura. La sicurezza stradale riguarda l’autocoscienza di un popolo intero e la capacità di amministrare la cosa pubblica che deve essere in grado di garantire non i requisiti minimi ma quelli massimi per evitare che un incidente possa rivelarsi dannoso per la vita umana.

Poi c’è anche l’imponderabile, ma a questo può arrivare solo chi è al di sopra dell’umana volontà. A noi basterebbe fare il nostro e farlo bene: siamo disposti a sacrificare i prossimi dieci anni e sopportare cantieri in tutte le strade. Purché poi siano veramente sicure.

Altrimenti celebrare la Giornata in memoria delle vittime della strada diventa solo un modo per far riaffiorare il dolore, e non servirà a ripulirci la coscienza. Quella resterà sporca.

Giuseppe Deiana

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