La Storia sarda e le sue radici: l’editoriale del 4 novembre 2025
Di Ciriaco OffedduLeggo su una recensione una frase che fa pensare: “la Storia è sempre storia di qualcuno”, che amplia il concetto di “la Storia è sempre raccontata dai vincitori” e riporta in mente Seneca, che accusa Nerone, trasmettendo ai posteri l’immagine – sembra appunto falsa – di un imperatore eccezionalmente pazzo e sanguinario. Il relativismo che permea le assunzioni precedenti è però di per sé drammatico e nichilista, soprattutto per un giovane che si affacci alla comprensione del passato e del presente.
Si spiega così perché a Cagliari, durante il Festival Bianco e Nero, una studentessa di liceo abbia chiesto ai relatori come fare a distinguere le notizie vere da quelle manipolate. Domanda difficile, a cui si è risposto pragmaticamente che la ricerca della verità passa attraverso il confronto e la selezione delle fonti, processo che richiede quindi approfondimento e sviluppo di una propria e autonoma capacità critica. La formazione, in primis del nostro cervello, è tutto.
Il dibattito, innescato dalla diffusa ignoranza nei confronti dei Paesi e delle politiche estere, è corso subito alle vicende sarde, che ancora oggi vengono attentamente celate sotto un tendone o in magazzino (immagine non solamente metaforica). Il motivo è lampante, leggasi Francesco Cesare Casula: la narrazione sarda confligge con quella dei Savoia e quindi, per estensione, con quella italiana.
Banalizzando il tema: esiste un’unica scintilla primitiva (di storia, civiltà e cultura) che ha dato origine al Regno d’Italia? E dove è scoccata: in Sardegna (si ricordi, per inciso, che dal 1798 al 1814 i Savoia, fuggiti per paura di Napoleone, riassegnano a Cagliari il ruolo di capitale del Regno di Sardegna, com’era stata prima del 1720), oppure nei territori continentali dei Savoia, poi uniti attraverso la famosa “fusione perfetta” del 1847 ed estesi successivamente al resto della penisola? O esistono diverse scintille, essendo acclarato che da quella nostra discende storicamente una nazione sarda?
Va da sé che la narrazione ufficiale sia monolitica, indiscutibile per lo Stato Italiano. Ma questo non toglie che nel 2025 possa essere insegnata ai giovani la nostra storia, con il giusto approfondimento e rigore – se non altro per riappropriarci delle radici strappate. E queste radici, per inciso, non sono legate ai nostri costumi attuali (dai primi del ‘900 abbelliti di fiori, fregi e colori) né ai nostri cori – che risalgono più o meno allo stesso periodo – o ai nostri dolci. Le radici sono un’altra cosa, e risalgono indietro di secoli e millenni. Va spiegato pazientemente anche questo, perché il rischio di sbandamento nel folclore è uno dei trabocchetti di un racconto a senso unico.
Ovunque si accenda l’attenzione si scoprono verità, che si tratti della congiura di Palabanda o del processo della fame dopo i tumulti di Sanluri. Ogni pagina è una rivelazione degna di studio e riflessione.
E a questo proposito, tornando alla Storia figlia di qualcuno, dedichiamoci per un minuto al più famoso giornalista sardo di fine Ottocento, Mongibello, direttore del prestigioso quotidiano L’Avvenire di Sardegna. Il suo vero nome era Giovanni de Francesco e – guarda caso – non era sardo, ma di Torre del Greco. Lo pseudonimo, molto usato in tempi di trasformismo, teneva celate le sue origini, il fatto che avesse partecipato alla spedizione dei Mille e si fosse inventato giornalista a Napoli. Nel 1867 si trasferisce a Cagliari per prendere d’emblée la direzione del Corriere di Sardegna e dopo appena tre anni fondare L’Avvenire.
A fronte di decine di giornalisti sardi famosi e talentuosi, perché proprio lui assume le redini della stampa regionale? E perché il suo giornale (sottotitolo: Giornale politico internazionale, organo della colonia italiana nella Tunisia) propugna gli investimenti delle banche e dei privati in Tunisia, e non in Sardegna? Fallite poi le banche sarde, perché Mongibello è condannato per diffamazione, arrestato e tutti i suoi beni confiscati? Il testimone più informato di vent’anni di vita politica sarda viene zittito, definitivamente cancellato.
È una vicenda di ieri o di oggi, o solo italiana? La storia sarda sarebbe un tema meraviglioso su cui scatenare l’intelligenza dei nostri giovani – se la Sardegna funzionasse e non agonizzasse.
Ciriaco Offeddu – Manager e scrittore
