N elle “Considerazioni finali” di quest’anno del Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, qui riprese in sintesi, la dinamica del Pil italiano ha notevolmente beneficiato del miglioramento del quadro sanitario riferito al Covid. Ciò è avvenuto nonostante l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che ha costituito un punto di svolta negativo nelle relazioni internazionali e ha condizionato pesantemente crescita, inflazione e scambi commerciali mondiali. Le tensioni tra paesi e aree d’influenza hanno toccato livelli di guardia, simili a quelli raggiunti solo dalla Guerra fredda.

I prezzi dell’energia hanno subito forti rialzi, contribuendo a un netto e diffuso aumento dell’inflazione, cui ha corrisposto un rapido irrigidimento delle politiche monetarie in quasi tutte le economie avanzate. Perciò, la crescita globale è andata rallentando in uno scenario di forte incertezza. In questo quadro, anche il Pil italiano ha frenato rispetto al 2022, ma in misura meno sfavorevole di quanto ipotizzabile fino a qualche mese fa.

Nello scenario aggiornato del Centro Studi Confindustria, ad esempio, si prevede un incremento dello 0,4% per l’anno in corso, mentre nel 2024 la crescita italiana è prevista in netto miglioramento (+1,2%).

I rincari dell’energia hanno determinato un consistente trasferimento di ricchezza dagli Stati importatori a quelli esportatori di petrolio e gas (tra cui la Russia) e un rapido mutamento nella geografia degli scambi di queste materie prime, associato a considerazioni di sicurezza energetica. In questo quadro di grave deterioramento delle relazioni internazionali, ha spiegato Visco, sono proseguiti il dialogo e la ricomposizione delle divergenze nei luoghi della cooperazione internazionale. Le iniziative diplomatiche, tuttavia, hanno incontrato ostacoli notevoli e talvolta insormontabili, anche per l'intensificarsi della contrapposizione strategica tra le due principali economie mondiali: Stati Uniti e Cina.

Non sorprende, perciò, che nel 2022 il Pil dell’area dell’euro abbia rallentato, risentendo dei rincari dei beni energetici e alimentari, dell’incertezza connessa con il protrarsi del conflitto in Ucraina e dell’inizio di una fase restrittiva della politica monetaria.

L'inflazione al consumo, a sua volta, ha raggiunto i valori più alti dall’avvio dell’Unione monetaria. Le pressioni al rialzo derivanti dalle strozzature dell’offerta e dagli eccezionali aumenti delle quotazioni delle materie prime energetiche e alimentari si sono trasmesse, lungo la catena di formazione dei prezzi, anche alle componenti meno volatili del paniere di consumo. Alla fine del 2022 si è avviata una fase di riduzione dell’inflazione determinata dal calo dei prezzi dell’energia, che dovrebbe proseguire nel corso di quest’anno. La trasmissione al costo del lavoro dell’elevata dinamica dei prezzi rimane tuttavia fortemente eterogenea tra paesi e settori.

Le tensioni sui mercati energetici e l'orientamento via via più restrittivo della politica monetaria, ha proseguito Visco, hanno determinato un progressivo peggioramento delle condizioni sui mercati finanziari, inducendo una ricomposizione dei portafogli degli investitori verso le attività ritenute più sicure. Dopo un miglioramento a partire dagli ultimi mesi del 2022, le condizioni finanziarie si sono temporaneamente deteriorate nel marzo di quest'anno a causa dei dissesti di alcune banche negli Stati Uniti e in Svizzera.

Il Governatore ha infine ricordato che, nell’ambito del principale strumento del programma Next Generation EU (NGEU), sono stati finora erogati ai paesi dell’Unione oltre 150 miliardi di euro sotto forma di sovvenzioni o prestiti. Gli Stati membri possono quindi integrare i propri piani nazionali di ripresa e resilienza col nuovo strumento concepito per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia e accelerare la transizione verde.

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