L'incanto di Georg Solti
di Nicola LeccaIl 27 e il 28 ottobre del 1996 il grande direttore d'orchestra ungherese Georg Solti si esibì a Cagliari in un concerto memorabile che la Rai avrebbe ripreso e poi trasmesso sul terzo canale. A 84 anni appena compiuti, Sir Georg Solti era una leggenda vivente. Pensate che, la sera in cui Hitler invase l'Austria, lui si trovava a Budapest, sul podio, a dirigere Le nozze di Figaro. «Fu una notte bruttissima. Indimenticabile», raccontò alla giornalista Maria Paola Masala in una lunga intervista apparsa su questo giornale.
Nel foyer del Teatro Lirico si respirava l'atmosfera delle grandi occasioni. Attesa, impazienza ed eleganza si mescolavano alla paura di non capire, di non essere all'altezza dell'incanto.
«Si scrive Solti, ma si legge Sciolti», ci tenne a precisare un professore mentre, eccitato dall'imminenza dell'evento, consegnava il suo cappotto a una giovane guardarobiera.
«Viene a Cagliari soltanto adesso che è tutto scallato», gli rispose il suo interlocutore, che lavorava come commesso in un negozio di dischi.
Invece Georg Solti non era scallato affatto. Saltò sul podio con piglio da torero e, magnificamente, accompagnò la prestigiosa London Philharmonic Orchestra nell'Ottava Sinfonia di Beethoven e nella Prima Sinfonia di Brahms.
Noto per la sua severità e per l'ossessivo perfezionismo (oltre che per il peculiare gesto coinvolgente) il grande direttore ungherese riuscì a donare al pubblico cagliaritano sbigottimento e incanto, commozione ed emozione.
Durante il concerto i cuori degli spettatori accelerarono il loro battito, gli attimi diventarono memorabili e gli istanti sembrarono dilatarsi.
Le note, perfette, resero possibile il silenzio più assoluto. Fino al gran finale, quando gli occhi di molti cedettero alle lacrime, già da tempo assediate lungo i bordi delle palpebre.
Fu una notte bellissima. Indimenticabile.