La crisi spiaggiata
Mario SechiC ome sta la crisi di governo? Benissimo, è spiaggiata. Abbiamo trascorso settimane a raccontare il gioco del cerino e avvisare i naviganti che aprire una crisi è sempre una scommessa, non sai mai dove ti condurrà e quasi sempre ti sfugge di mano. Matteo Salvini ha deciso di correre il rischio, ha preso in un primo momento tutti alla sprovvista e ha aperto la crisi, ma poi la crisi è andata regolarmente a passeggiare da un'altra parte. Dove? Bella domanda, nessuno lo sa con certezza, siamo in una terra di mezzo senza mappe.
Formalmente la crisi di governo non è neppure aperta, visto che non è stato espresso alcun voto di sfiducia, tutti i ministri sono in carica, e la lite quotidiana a Palazzo Chigi non è una novità. La storia comincerà a chiarirsi da martedì, quando il premier Conte farà le sue comunicazioni al Senato, ma non è detto che l'epilogo sia la sfiducia, anzi. Conte subito dopo le sue comunicazioni potrebbe salire sul Colle e presentarsi dimissionario dal Presidente Mattarella. Con questa mossa otterrebbe tre risultati: il primo, la sua figura sarebbe ancora utilizzabile per gestire la crisi; il secondo, la riforma del taglio dei parlamentari sarebbe sospesa, perché con un governo dimissionario si entra in una dimensione di ordinaria amministrazione e la riforma costituzionale è un fatto legislativo straordinario; il terzo, la scomparsa del taglio dei parlamentari toglierebbe di mezzo un elemento di divisione tra i Cinque Stelle e il Pd. Conclusione? Questo scenario aprirebbe la strada all'intesa di governo tra pentastellati e democratici. (...)
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