Senza tifosi non è calcio
Enrico PiliaN on è lo stesso calcio senza la gente. Senza il tappeto sonoro, di colori e di energia che il pubblico confeziona in occasione delle partite. Stiamo assistendo da un paio di mesi a uno spettacolo asettico, senz'anima se non quella che ci mette il tifoso da casa. Urletti, applausi solitari, il rumore del pallone e le urla di Conte (Antonio), anche quando l'Inter è lontana. E ci stiamo abituando, stritolati da un'epidemia che è sempre lì, nemico invisibile che detta leggi e regole, decidendo di cambiare l'esistenza di tutti. Anche di uno show come il calcio, dove è ormai chiaro che i protagonisti non sono solo i calciatori. Un'industria quasi derisa, in queste settimane, da tuttologi, politici e virologi, perfino dal premier Conte (Giuseppe) che non considera il calcio «una priorità», suggerendo - stimolato dal Comitato tecnico scientifico nazionale - di tenere chiuse le porte degli stadi fino a nuovo ordine.