La variante Omicron fa schizzare la curva dei contagi e spinge il governo Draghi a blindare le festività natalizie con un decreto che impone ulteriori restrizioni soprattutto ai non vaccinati.

L’andamento della curva epidemiologica preoccupa un po’ tutti, l’infettivologo Stefano Vella propone cinque regole imprescindibili per trascorrere le vacanze nella massima sicurezza possibile.

«Prima di tutto bisogna vaccinarsi, anche la prima dose serve. E correre a fare la terza, chi può. Serve per non ammalarsi anche se, malgrado il vaccino, si prende il virus perché è possibile, ormai si è capito – elenca Vella –. Usare le mascherine sempre anche all’aperto, come stabilito dall’ultimo Decreto del Consiglio dei ministri, anche perché questi giorni ci saranno per forza assembramenti».

Sempre restando sul tema della massima sicurezza, «Fare, quando possibile e per chi può, adulti e bambini, un tampone 24 o 48 ore prima delle cene o dei pranzi. E durante i pranzi e le cene cercare di stare, se possibile, un po’ distanti a tavola, aerando gli ambienti. Infine cercare di non avere troppi ospiti in casa, soprattutto se ci sono anziani che non sono ancora vaccinati», conclude l’infettivologo Stefano Vella.

GLI STUDI SU OMICRON – I primi studi confermano quel che si è detto a pochi giorni dalla comparsa della Omicron: le infezioni provocano malattie lievi in misura maggiore rispetto alle precedenti varianti. In sostanza quindi sono meno gli individui contagiati che finiscono in ospedale, rispetto ad esempio a Delta.

L'Imperial College di Londra parla addirittura di una diminuzione almeno del 40-45%. Tuttavia, la precisazione è d'obbligo, si finisce meno in ospedale grazie a vaccini e infezioni precedenti, ma tra i ricoverati non emergono differenze nella severità della malattia. La differenza quindi la fa la terza dose.

Un altro problema che deve comunque essere risolto definitivamente riguarda invece la velocità di contagi di Omicron: secondo un altro lavoro dell'Imperial college questa variante reinfetta 5,4 volte più di Delta. Inoltre il tempo di incubazione sembra ridotto a soli tre giorni. Questo vuol dire che anche se la probabilità di ricovero per Omicron è minore che per Delta, gli ospedali proprio per l'alta diffusività rischiano il collasso. 

(Unioneonline)

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