Nobel per la resa: il Caffè Scorretto del 21 novembre 2025
Di Celestino TabassoL’unica cosa difficile da capire, o anche solo da immaginare, è quale sia l’arma di ricatto che Putin ha contro Trump. Dev’essere qualcosa di enorme, di inoppugnabile e probabilmente anche di ridicolo, per fare paura a un uomo così narcisista e pronto a smentire ogni evidenza berciandole addosso “FAKE NEWS!” tutto in maiuscolo. Quanto al resto, è tutto facile. Anche adesso che la Casa Bianca non ha ancora pubblicato su Amazon la svendita ai saldi dell’Ucraina, è fin troppo liscio immaginare che a breve, dopo che in virtù di questo “piano di pace” la Russia si sarà presa i territori che ha occupato e quelli che ancora non è riuscita a prendere in quattro anni, quando avrà imposto al resto del paese un governo fantoccio e i fucili taceranno perché saranno stati requisiti dal grande alleato yankee, a quel punto il presidente da riporto busserà di nuovo a Oslo per pretendere il Nobel per la pace. E ci sarà anche chi vorrà darglielo, ci sarà anche in Italia. Saranno gli stessi, altra previsione da due lire, che spiegheranno commossi che adesso se non altro i bambini smetteranno di morire sotto le bombe. Dimenticando che una resa così - che sta alla pace come il coma sta al riposo - dimostra solo che uccidere i bambini paga.
(Poi ci scherziamo, ma quel che hanno a Mosca può essere anche solo una foto in cui si vede che in realtà è pelato come una boccia).
Celestino Tabasso
