Turchia, Ocalan dal carcere chiede la dissoluzione del Pkk: «Abbandonare le armi»
Il leader curdo imprigionato dal 1999: «Il consenso democratico è la via fondamentale, mi prendo la responsabilità di questo appello»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Tutti i gruppi devono abbandonare le armi, il Pkk deve sciogliersi».
Lo ha affermato Abdullah Ocalan, il leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan, il gruppo armato curdo da lui fondato che dal 1984 è coinvolto in un conflitto con lo Stato turco dove sono morte circa 40mila persone. Il messaggio è stato letto durante una conferenza stampa a Istanbul da politici del filo-curdo Dem, il terzo partito più rappresentato nel Parlamento turco, che lo hanno incontrato questa mattina nel carcere sull'isola di Imrali, nel mare di Marmara a sud di Istanbul, dove è imprigionato dal 1999. «Non c'è alternativa alla democrazia nel perseguimento e nella realizzazione di un sistema politico. Il consenso democratico è la via fondamentale», ha affermato Ocalan nel suo messaggio, intitolato “Un appello per la pace e per una società democratica”.
Ocalan cita l'invito per un nuovo processo di pace lanciato dal partito del leader della destra nazionalista Mhp, Devlet Bahceli, che in ottobre aveva chiesto al leader del Pkk di sciogliere il suo gruppo in cambio di concessioni sul suo regime di isolamento carcerario. «L'appello, insieme alla volontà espressa dal signor presidente (Recep Tayyip Erdogan) e alle risposte positive degli altri partiti politici verso il noto appello, hanno creato un'atmosfera in cui chiedo di deporre le armi e mi assumo la responsabilità storica di questo appello», ha affermato Ocalan. In passato c'erano già stati periodi di tregua tra il Pkk e l'esercito turco, l'ultimo tra il 2013 e il 2015, ma il leader curdo non aveva mai chiesto lo scioglimento del suo gruppo prima di oggi.
«Se l'organizzazione terroristica accetterà questo appello, deporrà le armi, si riunirà e si scioglierà, la Turchia sarà liberata dalle sue catene»: è il commento di Efkan Ala, vicepresidente del partito Akp del presidente Erdogan e ministro dell'Interno tra il 2015 e il 2016.
(Unioneonline)