Trump, armi a Kiev: «Devono essere in grado di difendersi. Putin? Dice str****te, sta uccidendo troppe persone»
E rievoca le sanzioni. Mosca: «Non si promuove così la pace»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Dopo l'annuncio shock dei giorni scorsi su uno stop alle forniture militari americane, Donald Trump ha promesso che le armi torneranno ad arrivare all'Ucraina perché "deve difendersi". Vladimir Putin "dice un sacco di stronzate, sta uccidendo troppe persone", è l'accusa senza mezze misure lanciata contro il leader russo, insieme ad una nuova minaccia di altre sanzioni a Mosca. E se la retromarcia della Casa Bianca sulle armi è stata accolta con disappunto dal Cremlino, allo stesso tempo nell'entourage di Volodymyr Zelensky regna ancora l'incertezza sull'effettivo contributo che arriverà da Washington: le scorte dei Patriot a disposizione del Pentagono sarebbero infatti ridotte all'osso.
Trump, nell'ultima telefonata con Zelensky, aveva già in parte rassicurato l'interlocutore sugli aiuti militari, spiegando che non era stato lui a decidere la sospensione delle forniture. La conferma che gli Usa non abbandoneranno Kiev al suo destino è arrivata dallo stesso tycoon rispondendo ai giornalisti, nel corso della visita di Benyamin Netanyahu. «Invieremo altre armi. Dobbiamo farlo. Devono essere in grado di difendersi. Ora vengono colpiti molto duramente», sono state le parole dell'inquilino della Casa Bianca. Rivolte soprattutto a Putin: «Non sono affatto contento. Sono deluso, francamente, che non si sia fermato».
Poi i toni sono saliti ulteriormente, con il poco diplomatico utilizzo del termine "stronzate" rispetto ai discorsi di Putin pronunciati durante tutte le telefonate tra i due leader. Vale a dire, il Cremlino non vuole seriamente negoziare la pace, come dimostrano gli incessanti bombardamenti su tutta l'Ucraina e intensità nell'offensiva di terra. Lo stop alle armi a Kiev, che facevano parte del pacchetto approvato da Joe Biden, era stato deciso dal capo del Pentagono Pete Hegseth nell'ambito di una revisione delle scorte dopo i raid sui siti nucleari iraniani. E da quanto è emerso, agli Usa resterebbe a disposizione soltanto il 25 % dei Patriot per tutti i loro piani militari. A questo punto quindi non è chiaro quanti di questi preziosissimi sistemi anti-missile arriveranno in Ucraina.
Secondo Axios, che cita fonti anonime, Trump avrebbe promesso di consegnare subito 10 intercettori a Zelensky e avrebbe iniziato a parlarne anche con la Germania, che sta valutando l'acquisto di altri Patriot da Washington. Le consegne programmate in origine per gli ucraini, tuttavia, erano di 30 unità. In questa incertezza Kiev ha chiesto maggiori dettagli all'alleato, affermando che è "di fondamentale importanza" mantenere "stabilità, continuità e prevedibilità" nella fornitura di armi. In seguito Zelensky ha reso noto che di aver incaricato il suo ministro della Difesa ed il capo di Stato Maggiore Generale "di intensificare tutti i contatti con la parte americana". Perché "le dichiarazioni e le decisioni politiche ora devono essere attuate il prima possibile per proteggere il nostro popolo e le nostre posizioni". E questo - ha rimarcato, "riguarda principalmente la difesa aerea".
A Mosca la notizia delle nuove armi all'Ucraina è stata accolta nel gelo. E' una strategia "non in linea con i tentativi di promuovere una soluzione pacifica" e che al contrario "favorisce in tutti i modi la prosecuzione delle ostilità", ha sottolineato Dmitri Peskov. Il portavoce del Cremlino tuttavia non ha puntato il dito contro il presidente americano, sottolineando i suoi "sforzi per avviare un negoziato diretta tra Russia e Ucraina". La versione di Mosca è che il continuo riarmo di Kiev è da imputare ad una "linea scelta dagli europei".
(Unioneonline)