Trent'anni fa, nella notte tra il 3 e il 4 giugno 1989, la protesta degli studenti in piazza Tienanmen a Pechino veniva repressa nel sangue.

Giovani che chiedevano solo maggiori diritti, maggiore partecipazione alle attività del Paese, una riduzione della corruzione ma non la fine del comunismo o la caduta del regime.

Quest'anno la vicinanza al 70esimo anniversario della nascita della Repubblica popolare, il prossimo ottobre, rende quei fatti ancor più significativi.

E fra le voci che si levano perché quegli episodi non vengano dimenticati c'è anche quella dell'Unione europea, attraverso le parole di Federica Mogherini.

"Oggi ricorre il trentesimo anniversario della violenta repressione delle pacifiche proteste per la democrazia di piazza Tienanmen del 1989. A quel tempo - spiega l'alto commissario Ue - il Consiglio europeo, riunitosi a Madrid il 26-27 giugno 1989, ha condannato con forza la brutale repressione che ne è seguita. Trent'anni dopo, l'Unione europea continua a piangere le vittime e porge le sue condoglianze alle loro famiglie".

Federica Mogherini ha quindi precisato come l'Unione Europea si aspetti "che siano rispettate le garanzie legali e i diritti processuali dei detenuti in connessione con gli eventi del 1989, o con le attività correnti per commemorarlo. L'Unione europea si aspetta inoltre il rilascio immediato di difensori dei diritti umani e avvocati detenuti e condannati in relazione a questi eventi o con le loro attività che proteggono lo stato di diritto e la democrazia, tra cui Huang Qi, Gao Zhisheng, Ge Jueping, pastore Wang Yi, Xu Lin e Chen Jiahong". Anche se, precisa, "i numeri esatti di coloro che sono morti e sono stati detenuti il 4 giugno e nella successiva repressione non sono mai stati confermati e potrebbero non essere mai conosciuti".

"Il Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura - aggiunge Mogherini - ha emesso il 3 febbraio 2016 una serie di raccomandazioni relative alle proteste di piazza Tienanmen del 1989, in seguito al quinto rapporto periodico della Cina. Ci aspettiamo che queste raccomandazioni siano pienamente attuate dalle autorità cinesi. Oggi continuiamo a osservare un giro di vite sulla libertà di espressione e riunione e sulla libertà di stampa in Cina. I diritti umani sono universali, indivisibili e interdipendenti. Le leggi e gli standard internazionali prevedono il rispetto delle libertà fondamentali".

(Unioneonline/v.l.)
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