Un anno di reclusione con condizionale e una multa da oltre 386.000 euro. Si chiude con una condanna per frode fiscale il caso giudiziario che da tempo vedeva coinvolto in Spagna Carlo Ancelotti.

All'ex allenatore del Real Madrid e attuale ct del Brasile venivano contestati mancati pagamenti di imposte relative agli esercizi 2014 e 2015, all'epoca della sua prima tappa sulla panchina dei 'Blancos': evasione che il Tribunale provinciale di Madrid ha confermato per il primo anno, assolvendo invece il tecnico per quanto riguarda il secondo.

Nello specifico, l'ipotesi era che Ancelotti non avesse dichiarato al fisco spagnolo proventi derivati dai diritti d'immagine. Secondo la sentenza del tribunale madrileno, per il 2014 si trattava di oltre 1,2 milioni di euro, su cui andavano pagati poco più di 386.000 euro in Irpef. L'allenatore italiano, continuano i giudici, percepì tali guadagni attraverso una rete societaria creata ad hoc, con sedi alle Isole Vergini Britanniche e a Londra, senza render conto alle autorità iberiche competenti pur avendo la residenza fiscale in Spagna. Nell'anno 2015, invece, Ancelotti, trascorse meno di 183 giorni in quel Paese (a maggio di quell'anno fu esonerato e si stabilì a Londra per diversi mesi prima di passare al Bayern Monaco), per cui non gli si può attribuire la frode da oltre 675.000 euro inizialmente contestatagli in relazione a quel periodo.

La condanna stabilita dal Tribunale provinciale di Madrid è di parecchio inferiore a quella proposta dal pm, che aveva chiesto 4 anni e 9 mesi di reclusione.

In sede di giudizio, Ancelotti aveva chiesto l'assoluzione, sostenendo di non aver "mai pensato di frodare il fisco" e di non essersi reso conto che "qualcosa non era corretto" se non successivamente. Già nel 2021, dopo che la sua situazione fiscale era finita sotto indagine, aveva versato al Tesoro spagnolo 1,4 milioni di euro come risarcimento.

(Unioneonline)

© Riproduzione riservata