Re Carlo cancella e sfratta Andrea: «Ma ha agito troppo tardi»
La famiglia reale, secondo media e non solo, avrebbe dovuto reagire con più tempestività: da anni si conoscevano le infamanti accuse sul reprobo dei Windsor(Ansa)
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La cancellazione di tutti i titoli di Andrea, il reprobo dei Windsor travolto dagli scandali, è iniziata subito dopo lo storico annuncio di ieri sera con cui re Carlo puniva e allontanava dalla scena pubblica l'imbarazzante fratello, legato a doppio filo col faccendiere-pedofilo americano Jeffrey Epstein. Il titolo di duca di York, assegnato in precedenza alla pecora nera della famiglia reale britannica, è stato ufficialmente eliminato dal Roll of the Peerage, registro dei titoli nobiliari del Regno Unito.
A colpi di 'royal warrant' inviati al vicepremier e ministro della Giustizia David Lammy, che agisce in qualità di Lord Cancelliere aggiornando i registri del Crown Office, il sovrano sta facendo piazza pulita di titoli e appellativi del 65enne Andrea, non più principe e nemmeno "sua altezza reale", ma 'commoner', un cittadino qualunque, per di più sfrattato dalla lussuosa dimora di Royal Lodge a Windsor, anche se la sua dipartita non dovrebbe essere imminente, nonostante le troupe delle tv davanti ai cancelli della villa. Ma tutto questo è stato fatto troppo tardi, come viene sottolineato da più parti, dai media, da alcuni esponenti politici e dall'opinione pubblica, mentre il governo laburista del premier Keir Starmer, già alle prese coi molti problemi interni e una grave crisi di consensi, ha dato il suo pieno sostegno all'azione del sovrano.
Per il popolare tabloid Sun la famiglia reale avrebbe dovuto agire con più tempestività, considerando che da anni si conoscevano le infamanti accuse sul conto di Andrea, a partire dagli abusi sessuali a lui imputati da Virginia Giuffre, morta suicida lo scorso aprile.
«Una normale ragazza americana ha fatto cadere un principe britannico con la sua sincerità e il suo straordinario coraggio», ha dichiarato la famiglia della vittima di Epstein commentando l'editto di Buckingham Palace contro Andrea. E c'è chi sottolinea che i Windsor hanno agito solo in extremis per salvare la propria reputazione da una situazione ormai ingestibile, con Carlo III nei giorni scorsi contestato in pubblico per le colpe del fratello. Un intervento, il suo, per permettere a William, indicato ora come inflessibile verso lo zio, di non ritrovarsi con un pesante fardello quando salirà sul trono. Del resto, i rapporti tra Carlo e Andrea sono stati sempre gelidi, col terzogenito della regina Elisabetta protetto per molti anni dalla madre.
Il sovrano ora spera che l'ex duca di York rimanga in tranquilla solitudine nel Norfolk, dove gli verrà assegnato un alloggio nella tenuta reale di Sandringham pagato privatamente da Carlo, con le figlie Beatrice ed Eugenie che al momento restano principesse, ma potrebbe non essere così. «Non credo che per lui sia finita», ha dichiarato Andrew Lownie, autore della recente biografia-shock su Andrea. Oltre a possibili nuovi dettagli sugli scandali della pecora nera, in aggiunta a quelli emersi dalle memorie postume di Giuffre, dal titolo 'Nobody's Girl', si moltiplicano le richieste per portare l'ex principe davanti alla giustizia. Il gruppo anti-monarchico Republic ha annunciato un'iniziativa legale con l'obiettivo di avviare un procedimento penale contro di lui con l'accusa di abusi sessuali, corruzione e cattiva condotta in una carica pubblica.
Mentre il fratello di Giuffre, Sky Roberts, dagli Usa ha invocato un'indagine su Andrea, che a suo avviso merita il carcere per quanto fatto alla sorella quando era 17enne, e chiesto addirittura a re Carlo di fare pressioni sul presidente americano Donald Trump affinché renda pubblici tutti gli scottanti file dello scandalo Epstein, oltre ad esprimere il desiderio di incontrare il sovrano a Londra. Ma anche per la famiglia reale i problemi non sono finiti.
È stato fatto tutto il possibile per evitare un imbarazzante passaggio in Parlamento nel processo di defenestrazione di Andrea: per questo, infatti, l'ex principe continua a occupare il suo posto (l'ottavo) nella linea di successione al trono. Per privarlo pure di quello servirebbe una legge ad hoc. Alcuni deputati però invocano una maggiore trasparenza e di poter dire la loro rompendo il tabù della Camera dei Comuni rispetto a un dibattito sulla casa regnante. Fino al caso estremo della fuoriuscita dal Labour Zarah Sultana, impegnata nel lancio di un nuovo partito di sinistra, che parla apertamente di abolizione della monarchia.
(Unioneonline)
