I danni al nucleare iraniano: per Trump «distrutto e ritardato di decenni», per l’intelligence di «pochi mesi»
Il presidente Usa contro Nyt e Cnn, che citano alcune fonti della Dia e sostengono che il programma non è stato danneggiato significativamente: «Uranio spostato prima dei raid»(Ansa)
Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Distrutto, ritardato di decenni secondo Trump. Ha subito un colpo significativo ma è presto per valutare i danni secondo Israele. Ritardato di pochi mesi secondo i principali media statunitensi, che citano documenti della Dia, l’intelligence del Pentagono.
Cosa è successo al nucleare iraniano, pistola fumante della guerra dei 12 giorni scatenata da Israele?
Donald Trump è furioso con Cnn e New York Times, che a suo dire vogliono sminuire i suoi successi. Ma anche con l’intelligence, che ha fornito a suo dire un documento basato su informazioni «parziali». E oggi, in un punto stampa con il segretario generale della Nato Mark Rutte, ha definito fake news quelle diffuse dai media statunitensi.
«Il programma nucleare iraniano è stato ritardato di decenni», ha detto. «C'è stata una distruzione totale dei siti nucleari iraniani, è stato un grande successo per tutti, un'azione perfetta sono tutti i punti di vista».
«L'ultima cosa che vogliono fare ora gli iraniani – ha aggiunto - è arricchire l'uranio, non costruiranno la bomba per molto tempo».
Secondo l’esercito israeliano è «ancora presto» per valutare i danni causati ai siti nucleari iraniani. «È ancora presto per valutare i risultati dell'operazione», ha dichiarato il portavoce militare israeliano Effie Defrin in conferenza stampa. Tuttavia, «credo che abbiamo inferto un colpo significativo al programma nucleare e posso anche dire che lo abbiamo ritardato di diversi anni», ha sottolineato.
La Cnn invece, citando una prima valutazione della Defense Intelligence Agency (Dia), il braccio operativo dell'intelligence del Pentagono, sostiene che i raid Usa non hanno distrutto i componenti principali del programma nucleare e probabilmente ne hanno ritardato l’avvio di pochi mesi.
L'analisi dei danni ai siti e dell'impatto degli attacchi sulle ambizioni nucleari dell'Iran è in corso e potrebbe cambiare con l'aumentare delle informazioni di intelligence disponibili. Tuttavia, afferma la Cnn, i primi risultati sono in contrasto con le ripetute affermazioni del presidente Donald Trump secondo cui gli attacchi hanno «completamente e totalmente annientato» gli impianti di arricchimento nucleare iraniani. Due delle persone a conoscenza della valutazione della Dia hanno affermato che le scorte di uranio arricchito dell'Iran non sono state distrutte. Una di queste ha affermato che le centrifughe sono in gran parte «intatte». «Quindi la valutazione (della Dia) è che gli Stati Uniti hanno ritardato i loro lavori di circa qualche mese, al massimo», ha aggiunto questa fonte.
Dello stesso avviso il Nyt, che cita sempre fonti della Dia. I bombardamenti, scrive la testata, non hanno causato il crollo degli edifici sotterranei ma hanno bloccato gli ingressi di due delle strutture. Inoltre, le scorte di uranio arricchito dell'Iran sono state spostate, prima dell'attacco, in siti segreti e l'Iran mantiene il controllo di quasi tutto il suo materiale nucleare. Questo significa che se Teheran decide di costruire un'arma nucleare potrebbe essere ancora in grado di farlo in tempi relativamente brevi.
Gli attacchi hanno gravemente danneggiato il sistema elettrico di Fordow e non è chiaro quanto ci vorrà all'Iran per accedere agli edifici sotterranei e poi riparare gli impianti elettrici e reinstallare le apparecchiature che erano state spostate.
Unica certezza, al momento, è che Teheran ha sospeso la cooperazione con l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA). «L'AIEA, che si è rifiutata di condannare anche solo in minima parte l'attacco agli impianti nucleari iraniani, ha compromesso la sua credibilità internazionale», ha dichiarato il Presidente del Parlamento iraniano Mohammad Bagher Ghalibaf, dopo che i parlamentari hanno votato per sospendere la cooperazione con l'organismo delle Nazioni Unite.
(Unioneonline/L)