«Calmatevi e pensate finalmente ai vostri problemi». Così Vladimir Putin risponde agli allarmi degli europei su un possibile attacco russo. Cosa alla quale, afferma il leader del Cremlino, non credono nemmeno loro. Ma Mosca, avverte, continuerà a studiare il percorso di militarizzazione della controparte, e si riserva di dare risposte «convincenti».

Putin ha scelto l'appuntamento della conferenza del Club Valdai, svoltasi a Sochi, per replicare alle iniziative europee degli ultimi giorni, che si concentrano sulla costruzione di un 'muro di droni' e sull'utilizzo dei capitali congelati russi per continuare ad armare l'Ucraina. Il tutto dopo le accuse alla Russia di sconfinamenti dei suoi jet e droni nei cieli di Paesi Ue, che fanno dire a Donald Tusk che l'Europa è già in guerra con Mosca.

«Per prima cosa dobbiamo combattere le illusioni e la prima è che non siamo in guerra. Lo siamo - ha affermato il premier polacco al vertice della Comunità politica europea di Copenaghen -. Ma è un nuovo tipo di guerra, molto complessa. Ed è la nostra guerra e se l'Ucraina perde sarà anche la nostra sconfitta».

Putin gli ha dato in parte ragione, ma rovesciando le responsabilità. «Tutti i Paesi Nato sono in guerra con la Russia e non ne fanno segreto», ha dichiarato. Secondo il presidente, infatti, gli istruttori dell'Alleanza Atlantica sono impegnati non solo nell'addestramento delle forze ucraine, ma anche nel processo decisionale del conflitto. Ma «è impossibile credere» che la Russia voglia attaccare i Paesi europei del Patto Atlantico. Secondo Putin lo sanno anche i governi europei, che a suo dire sono i veri sostenitori della guerra ad oltranza. Verso l'amministrazione americana di Donald Trump, invece, il leader russo ha mantenuto i toni concilianti, anche se qualche ora prima il suo portavoce, Dmitry Peskov, aveva promesso una risposta «appropriata» all'eventuale decisione di Washington di fornire a Kiev i missili da crociera Tomahawk, che con il loro raggio di 2.500 chilometri potrebbero raggiungere Mosca e andare anche più in là. La Russia rimane impegnata a «ristabilire pienamente le relazioni con gli Usa», ha sottolineato Putin, definendo «razionale» il desiderio trumpiano di salvaguardare gli «interessi del suo Paese», ma avvertendo che Mosca si riserva di fare altrettanto.

Una minaccia di rappresaglia viene poi rivolta al nemico numero uno. Putin ha accusato l'esercito di Kiev di aver condotto attacchi nei pressi della centrale nucleare di Zaporizhzhia, in Ucraina, sotto il controllo russo e priva di fonti di energia esterne da oltre una settimana. E ha avvertito: le autorità ucraine «hanno ancora centrali elettriche in funzione, centrali nucleari dalla loro parte. Cosa ci impedirebbe di reagire?».

Poi, nel rispetto della tradizione degli appuntamenti del Valdai, in cui vengono discusse questioni storiche e geopolitiche con domande dal pubblico, Putin è tornato indietro nel tempo, per lamentare che la crisi attuale affonda le radici nel rifiuto dell'Occidente di accettare le proposte di cooperazione della Russia, che «per due volte aveva dichiarato di essere pronta a entrare nella Nato». Ma «senza la Russia non può essere garantito un equilibrio globale», ha aggiunto, chiudendo con un monito: «La Russia non mostrerà mai debolezza o indecisione». «La nostra storia ha mostrato che la debolezza è inaccettabile, perché crea la tentazione, l'illusione, che alcuni problemi con noi possano essere risolti con la forza. Se ne ricordino - ha affermato - coloro che coltivano sogni di infliggerci una sconfitta strategica».

(Unioneonline)

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