Prigozhin, lo “chef di Putin” che ora dichiara guerra allo Zar
Classe 1961, le tante vite del capo della Brigata Wagner, che il leader di Mosca considerava un amico e che ora accusa di tradimentoYevgeny Prigozhin (Ansa)
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È entrato al Cremlino, nelle stanze del potere, come titolare di una catena di ristoranti incaricata del catering (messa insieme dopo aver iniziato da un umile chiosco di hot dog), sua seconda vita dopo diversi problemi avuti con la giustizia nella sua giovinezza trascorsa a San Pietroburgo.
Di lì a poco si è conquistato il soprannome di “Chef di Putin”. Oggi, al presidente della Federazione russa, ha deciso di dichiarare guerra.
Stiamo parlando di Yevgeny Prigozhin, classe 1961, il capo della brigata Wagner, il braccio armato mercenario delle forze armate di Mosca, da lui fondata nella sua nuova vita, quella attuale.
Lui e i suoi uomini sono stati al fianco di Putin e dell’esercito di Mosca sin dall’inizio dell’invasione in Ucraina. Prima ancora Prighozin – questa l’accusa delle intelligence occidentali – sarebbe stato ai vertici della “Fabbrica di troll” di Mosca, responsabile dei cyber-attacchi e della campagna di disinformazione che avrebbe favorito l’ascesa alla Casa Bianca di Donald Trump.
Ma in questi ultimi mesi il “patto” si è rotto e, dopo ripetuti attacchi verbali e durissime critiche ai vertici militari del Cremlino sulla conduzione strategica della guerra, Prigozhin ha deciso di rivoltarsi contro lo Zar.
Dal canto proprio, Putin, che prima lo reputava un “amico”, ora lo considera un “traditore”.
Prigozhin rimanda le accuse al mittente, spiegando, dopo aver dichiarato l’inizio della “guerra civile” in Russia: «Non vogliamo che il Paese continui a vivere nella corruzione e nella menzogna. Siamo patrioti, e coloro che sono contro di noi sono quelli che si sono riuniti intorno ai bastardi».
Al suo fianco ci sarebbero almeno 25mila uomini.
(Unioneonline/l.f.)