Victor, detto "el gordo" (il ciccione), un trentenne uruguaiano con cui sarebbe stata vista Federica Squarise l'ultima volta prima della sua scomparsa, a Lloret de Mar, sulla Costa Brava, sembra catalizzare l'attenzione degli investigatori. E' stato interrogato diverse volte e anche sottoposto ad un prelievo - volontario - per l'esame del Dna, ma non è indagato. Ma nei suoi confronti, al momento, non è scattato alcun provvedimento. Su di lui è difficile sapere qualcosa in giro. Lavora saltuariamente nei locali notturni di Lloret, ma tutti dicono di conoscerlo poco. "E' un tipo grosso, so chi è ma niente di piu", si limitano a raccontare i baristi di diversi locali. All'esame del Dna Victor si sarebbe sottoposto in forma volontaria e, secondo fonti investigative italiane, allo stesso test potrebbero aver acconsentito anche altre persone interrogate in questi giorni dagli inquirenti, e cioè i ragazzi del gruppo con cui Federica, insieme alla amica Stefania, hanno trascorso la serata del 30 giugno. Prima al "Beach & Friends", uno dei bar dove Victor lavora ogni tanto perché amico del responsabile, e poi alla discoteca Yates. Il prelievo del Dna potrebbe indicare che gli investigatori siano in possesso di qualche indumento con cui fare il confronto: si tratta di indiscrezioni che, seppure insistenti, non vengono al momento confermate dalle fonti ufficiali La polizia catalana, oggi è arrivato in città anche il capo da Barcellona, ribadisce che sta impiegando "ogni mezzo" nelle operazioni di ricerca della padovana scomparsa, ma sulle indagini in corso la riservatezza è totale. "Non vogliono far trapelare elementi investigativi - dicono fonti italiane - proprio a tutela dei familiari". Non racconta molto nemmeno Francesco Co, il legale abituale del Consolato d'Italia a Barcellona, "corrispondente" in Spagna dell'avvocato italiano della famiglia Squarise, Aldo Pardo. "Nel caso in cui venisse aperto un fascicolo contro Victor, probabilmente assumerò la difesa di parte civile della famiglia di Federica", spiega. Co, che non è venuto a Lloret ma sta a Barcellona, ha parlato solo al telefono con Roberta, la sorella di Federica, rimasta in questa località balneare insieme al fratello Mattia per aiutare nelle indagini. I due fratelli nelle prossime ore potrebbero tornare in Italia: "non c'è motivo che restino ancora qua", ha fatto sapere la polizia. Chi invece non si risparmia è l'avvocato Pardo che si è lamentato della eccessiva riservatezza nelle indagini da parte della polizia catalana e che, proprio per questo, starebbe valutando di recarsi personalmente a Lloret nei prossimi giorni. "Sembra quasi che la polizia non voglia che si sappia ciò che sanno - osserva il legale - stanno tenendo sotto tutela la sorella di Federica. Addirittura le hanno chiesto di telefonare soltanto con un telefono fornito da loro". E' stato lui a rivelare il particolare sul Dna, ed è stato sempre lui a riferire che la polizia catalana starebbe cercando un cittadino tedesco che era nel gruppo di giovani la maledetta notte del 30 giugno, tornando in patria il giorno dopo per far perdere le proprie tracce. Secondo una ricostruzione confermata da fonti investigative in Spagna, invece, la polizia ha semplicemente cercato una persona in Germania nei giorni scorsi perché l'aiutasse a rintracciare Victor: è stata contattata telefonicamente e ha dato agli investigatori le informazioni che cercavano. L'avvocato Pardo ha anche prospettato l'idea di rivolgersi al Governo, e a Silvio Berlusconi in persona, perché intervenga attraverso il ministro Frattini sulle autorità spagnole. E' vorrebbe anche che il Papa facesse un appello per Federica. Sulla sorte della ragazza, a sei giorni dalla scomparsa, ancora nessuna notizia. "E' come se la terra l'avesse inghiottita", scriveva oggi un giornale locale. La stampa spagnola nazionale, sia la carta stampata che le televisione, continua invece a ignorare pressochè la notizia.

ALTRE SCOMPARSE La notte dopo la scomparsa di Federica, una giovane olandese di appena 17 anni è morta dopo essere caduta a terra nel folle tentativo di passare da un balcone ad un'altro di un appartamento del residence "Eva". Lo stesso, in un altro albergo, era successo a metà giugno: vittima un ragazzo tedesco. E la settimana scorsa è stata la volta di una ventenne britannica, volata dal sesto piano di un altro albergo. Due incidenti il primo e il secondo, un suicidio il terzo, dicono fonti locali, senza alcun collegamento con la scomparsa dell'italiana. Eventi tragici, tuttavia, che confermano quanto Lloret de Mar non sia proprio un esempio di ridente e tranquilla cittadina. Poco ma sicuro. In questa località sulla Costa Brava spagnola sbarcano ogni settimana comitive di ragazzi - moltissimi anche minorenni - con la ferma intenzione di divertirsi ad ogni costo. Bevono, fumano, ballano, urlano per strada, vanno in spiaggia a notte fonda a fare sesso. E a volte finiscono la notte in ambulanza, se non peggio. I casi di comma etilici sono all'ordine del giorno. I mix micidiali di alcol e droghe giocano brutti scherzi a giovani arrivati dalle province più remote d'Europa con il pensiero fisso di trascorrere una notte di sballo in questa sorta di "divertimentificio" a basso prezzo, dove è più facile trovare da mangiare un hamburger o una pizza scongelata che una vera paella, e la musica finisce per stordire anche il più abituato agli alti decibel. E capita anche che una cronista venga scambiata, all'arrivo a tarda notte al proprio albergo, per un medico, chiamato d'urgenza per assistere diversi giovani che si sono sentiti male. "Abbiamo visto la valigetta. Ti avevamo preso per la dottoressa che stiamo aspettando", si scusano alla hall. Il caso di Federica, assieme agli altri episodi, sono indubbiamente un brutto colpo per una cittadina, che tenta da diverso tempo di rilanciare la sua immagine come meta di "turismo culturale".
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