Via questa mattina a Madrid all'atteso processo che vede imputati, davanti al Tribunale Supremo, dodici esponenti indipendentisti catalani, accusati di ribellione, sovversione e malversazione per il loro ruolo nel referendum secessionista dell'1 ottobre 2017 e nell'approvazione della dichiarazione d'indipendenza il 27 dello stesso mese.

Il processo, diffuso in diretta streaming per garantire la massima trasparenza, si è avviato con le istanze preliminari della difesa in un ultimo tentativo di annullare l'intero procedimento giudiziario.

L'apertura del procedimento riaccende la tensione sulla crisi catalana, alla vigilia del voto domani in parlamento, quando il mancato apporto degli indipendentisti potrebbe portare alla bocciatura della legge di bilancio del governo di minoranza del primo ministro socialista Pedro Sanchez, trascinando la Spagna verso elezioni anticipate.

"Quanto comincia oggi non metterà fine al primo ottobre", ha twittato l'ex presidente del governo autonomo catalano Carles Puigdemont, che si è rifugiato in Belgio per evitare l'arresto.

Alla sbarra c'è invece Oriol Junqueras, che era il suo vice nel governo catalano, e che ora rischia fino a 25 anni di carcere.

Fra gli imputati anche altri sette ex membri del governo autonomo catalano: Jordi Turull, Raul Romeva, Josep Rull, Dolors Bassa, Joaquim Forn, Merxitell Borras, Carles Mundò e Santiago Vila.

Per i primi quattro sono state richieste pene fino a 16 anni, mentre per gli altri tre - gli unici imputati che non sono in carcere - le richieste arrivano a sette anni. Rischiano invece 17 anni l' ex presidente del parlamento di Barcellona Carme Forcadell, oltre a Jordi Cuixart e Jordi Sanchez, rispettivamente leader delle associazioni civili secessioniste Omnium Cultural e Anc.

I manifestanti fuori dal Tribunale (Ansa)

Numerose le manifestazioni - di segno opposto - fuori dall'aula, con sventolio di bandiere catalane e spagnole.

Il presidente del governo catalano e quello del parlamento di Barcellona, gli indipendentisti Quim Torra e Roger Torrent, sono venuti a Madrid per dare sostegno agli imputati.

In Catalogna i Comitati di Difesa della Repubblica (Cdr) degli attivisti pro indipendenza hanno bloccato diverse vie di comunicazione, a Barcellona come nel resto della regione.

(Unioneonline/v.l.)
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