Los Angeles, protesta pro-migranti: Trump manda i soldati
Dieci manifestanti sono stati arrestatiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La metropoli della California è agitata da scontri tra la polizia e i manifestanti che protestano da tre giorni contro i raid delle autorità per l'immigrazione che hanno arrestato centinaia di persone nelle ultime settimane.
La situazione nella città è stata resa ancor più delicata dall'invio da parte di Donald Trump di circa 2.000 soldati della Guardia Nazionale che sono già entrati in azione domenica pomeriggio lanciando gas lacrimogeni e proiettili di gomma contro i manifestanti.
Dieci manifestanti sono stati arrestati durante gli scontri con la polizia nel centro. Ad annunciarlo è il capo della polizia della città, Jim McDonnell, come riporta la Cnn. «Il nostro compito non è dividere le comunità o politicizzare le forze dell'ordine. Il nostro compito è semplicemente garantire la sicurezza di tutti», ha affermato McDonnell.
Intanto diversi commercianti hanno segnalato saccheggi nei loro negozi nel quartiere finanziario cittadino, mentre proseguono gli scontri tra i manifesti e la polizia. A renderlo noto è il Dipartimento di Polizia. «Gli agenti si stanno recando sul posto per indagare», si legge in un comunicato pubblicato su X.
Il governatore della California, Gavin Newsom, ha accusato Donald Trump di essere un "dittatore". "Incitare e provocare la violenza, creare caos di massa, militarizzare le città, arrestare gli oppositori. Questi sono atti di un dittatore, non di un presidente", ha attaccato il democratico in un post su X.
Il divieto d'ingresso negli Stati Uniti per i cittadini di 12 Paesi, emanato la scorsa settimana dal presidente Donald Trump, è entrato in vigore alle 00:01 di oggi ora di Washington (le 06:01 in Italia), secondo il testo del decreto presidenziale. La decisione, presa per "proteggere gli Stati Uniti da terroristi stranieri e altre minacce alla sicurezza nazionale", si legge nel testo, riguarda i cittadini di Afghanistan, Myanmar, Ciad, Congo-Brazzaville, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen.