Resta l'attesa, sullo sfondo le preghiere e tanto, tantissimo affetto. Quasi travolgente quello che sta ricevendo in queste ore Lorenzo Bonicelli, il ginnasta azzurro in ospedale dopo il grave incidente agli anelli.

Accanto a lui al Policlinico universitario di Essen, dov'è ricoverato, i genitori e il presidente della società per la quale gareggia, volato in Germania non appena saputo dell'incidente. Insieme ai medici stanno studiando il piano di rientro per avvicinare Bonni a casa, ma fare un cronoprogramma preciso al momento è impossibile perché ancora dentro le 72 ore dall'evento.

Nel frattempo Bonicelli resta stabile, seppur in terapia intensiva, e in coma farmacologico indotto dai medici. Il processo di risveglio procede dunque per step, ma ci vorrà del tempo perché la rottura della vertebra ha toccato il midollo, formando così un edema che deve riassorbirsi. Per questo le parole più utilizzate fino a questo momento sono "cautela" e "pazienza". Nessuno, medici inclusi, si sbilancia perché lo scenario potrebbe cambiare in qualsiasi momento e non solo in negativo, anche in positivo. Per una diagnosi più certa, però, servirà che passino altre ore perché "l'organismo di Lorenzo è ancora scombussolato" seppur ieri trapelasse un cauto ottimismo a fronte della mobilità degli arti superiori, capaci di rispondere alle sollecitazioni alle quali sono stati sottoposti.

Intanto anche il presidente della federginnastica Andrea Facci è pronto a partire per Essen, e nell'unirsi alla preoccupazione di tutti, replica in qualche modo a Jury Chechi, che nei giorni scorsi aveva parlato dei rischi per gli atleti dettati da norme internazionali che spingono all'estremo gli esercizi.

«Non credo sia questo il momento di commentare l'aspetto tecnico, le regole del codice internazionale, lo potremo fare più avanti e mi farò sicuramente portatore di una riflessione anche in campo internazionale su questo aspetto - le parole all'Ansa di Facci - ora è il momenti di restare tutti uniti per Lorenzo». 

(Unioneonline/v.l.)

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