Per il periodo elettorale (le elezioni si sono svolte il 20 agosto) sono stati autorizzati dal Parlamento rinforzi per ulteriori 500 unità. Nell'area della capitale opera una task force italiana che si occupa di controllo del territorio e addestramento delle forze di sicurezza locali. A Kabul sono presenti anche ufficiali e sottufficiali del comando Nato di Solbiate Olona, inseriti nello staff del comando della missione Isaf, il cui capo di Stato maggiore è il generale dei paracadutisti Marco Bertolini. In tutto poco meno di mille uomini. Il grosso del contingente è invece schierato nell'ovest, dove l'Italia gestisce il Rc-W (Regional Command West), I militari italiani che operano in quest'area estesa come tutta l'Italia del nord, sono circa 1.700, cui si sommano altrettanti militari di 12 Nazioni. Gli italiani, in particolare, gestiscono ad Herat un Prt (Provincial reconstruction team), una struttura militare e civile che si occupa di sostenere il processo di ricostruzione afghano: il budget è di oltre 5 milioni di euro l'anno; nel 2008 il Prt italiano ha completato oltre 50 progetti. Le pedine operative del Rc-W sono invece due battle group: il primo è composto tra tre compagnie italiane ed una spagnola ed ha il compito di supportare l'esercito afghano nella zona di Herat e in alcune cosiddette aree remote; il secondo è invece interamente italiano: è del tutto autonomo grazie alle sue varie componenti (una compagnia operativa, artificieri, nuclei cinofili, un assetto logistico, uno delle trasmissioni, uno medico) ed ha il delicato compito di affiancare le forze di sicurezza afghane nelle operazioni militari nella difficile provincia di Farah.
© Riproduzione riservata