Jimmy Kimmel torna in tv ma sarà oscurato in gran parte degli Stati Uniti
Per Disney la decisione si era presto rivelata un costo: la lettera aperta di circa 500 divi, molti clienti avevano cancellato gli abbonamentiJimmy Kimmel torna in onda ma una buona parte degli spettatori negli Usa non vedrà lo show della notte che la scorsa settimana ha provocato un terremoto sul Primo Emendamento. Cedendo alle richieste di Turning Point Usa, il movimento fondato dall'attivista conservatore Charlie Kirk ucciso nello Utah, i colossi delle tv locali Sinclair e Nexstar hanno annunciato l'oscuramento dello show di seconda serata a cui ieri la Disney ha dato di nuovo luce verde.
«Si sta trattando con la Abc per la possibilità di una rimessa in onda dello show», ha detto Sinclair che tra le affiliate include la Wwjla che trasmette nell'area strategica di Washington. Più categorica Nexstar che ha annunciato l'oscuramento a tempo indeterminato del comico colpevole di aver suggerito che il killer di Kirk fosse emerso dall'universo Maga. Assieme i due gruppi controllano un quarto delle emittenti partner della Abc.
«È positivo» che «alcune stazioni televisive locali si siano opposte a un programmatore nazionale come Disney», ha affermato Carr su X dopo che aveva minimizzato il suo ruolo di eminenza grigia nel siluramento del comico: «È stata tutta una questione di rating», non di pressioni da parte del governo.
Politici e celebrità, che nei giorni scorsi si erano schierati con il popolare comico, hanno tirato un sospiro di sollievo, mentre da destra sono emerse voci di dissenso: dopo Turning Point, Megyn Kelly, ex anchor di Fox News diventata conduttrice su YouTube, ha scritto su X che «dev'essere bello essere di sinistra. La 'cancellazione' dura 5 notti poi vai di nuovo sotto i riflettori. A destra invece sei sottoterra».
E anche Matt Walsh, commentatore conservatore, ha ironizzato: «Kimmel è stato sospeso per pochi giorni ma i progressisti dicono che è stata un'aggressione alla libertà di parola più grave dell'aver sparato e ucciso Charlie Kirk». Parlando di «una grande vittoria per il free speech», il governatore della California Gavin Newsom, tra i primi politici a sparare a zero la scorsa settimana sulla Disney, ha «ringraziato tutti tranne Carr», il capo della Fcc le cui pressioni avrebbero indotto la Abc a sospendere lo show. Applausi anche da Anna Gomez, l'unica commissaria Dem della Fcc che ha elogiato la Disney per «il coraggio dimostrato di fronte alle minacce».
Per il colosso di Burbank in realtà la decisione di cancellare Kimmel si era presto rivelata potenzialmente costosa: la lettera aperta di circa 500 divi - tra questi Tom Hanks, Meryl Streep, Laura Dern, Ariana Grande, Ron Howard, Sarah Jessica Parker, Sean Penn, Lin-Manuel Miranda e Barbra Streisand - aveva aperto dubbi, secondo il Wall Street Journal, sulla disponibilità di molte star a lavorare di nuovo con la casa di Topolino, mentre alcuni clienti dei canali in streaming Disney+ e Hulu hanno cominciato a cancellare gli abbonamenti.
(Unioneonline)