Le principali città prese di mira e l’inizio dell’avanzata dalle frontiere collegate con i territori dove già sono presenti milizie filo-russe e dal territorio dell’alleata Bielorussia. Questa la strategia dell’attacco all’Ucraina ordinato da Mosca nella notte tra il 23 e il 24 febbraio.

Esplosioni si sono registrate in diverse città: la capitale Kiev, Odessa (nel sud-ovest del Paese), Lutsik (nord-ovest), Dnipro (centro-ovest), Kharkiv (nord-est), Mariupol (sud-ovest). In corso anche raid aerei. 

Come detto, l'avanzata è partita dal Donbass (l’Ucraina orientale) dove la Russia gode dell’appoggio dei separatisti delle Repubbliche di Lugansk e Donetsk, che Vladimir Putin ha nei giorni scorsi riconosciuto come indipendenti.  Truppe sono entrate anche da nord, dal confine tra l’Ucraina e la Bielorussia, Stato “amico” della Russia, dove da settimane sono in corso manovre militari che Mosca ha sempre definito “esercitazioni”.

Truppe in avanzamento, inoltre, sono anche state individuate in Crimea, penisola a sud del territorio ucraino, tra Mar Nero e Mar d’Azov, annessa dalla Russia nel 2014, nel corso della precedente crisi tra Mosca e Kiev. 

L’Ucraina ha un’estensione di 600mila chilometri quadrati e una popolazione di oltre 44 milioni di abitanti. 

(Unioneonline/l.f.)

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