Gaza, una mare umana verso nord dopo il ritiro dell’Idf. Netanyahu: «Se il piano non sarà raggiunto, è di nuovo guerra»
Il ritorno dei palestinesi, in 200mila stanno tornando in quel che resta di Gaza City e delle altre zone del nord della Striscia(Ansa)
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Dopo 735 giorni di guerra, è tregua a Gaza. Completato il ritiro dell’Idf dopo il cessate il fuoco scattato in seguito alla ratifica del governo israeliano, una marea umana ha iniziato a muoversi dal sud della Striscia verso Gaza City.
Migliaia le famiglie dirette verso la città, come mostrano le immagini sui social.
La Protezione civile di Gaza ha riferito che circa 200.000 persone sono di ritorno nel nord del territorio palestinese dall'entrata in vigore del cessate il fuoco, nonostante l'esercito israeliano abbia avvertito che diverse zone rimangono "estremamente pericolose" per la popolazione civile.
L’Idf continuerà a mantenere il controllo del 53% del territorio della Striscia. La tregua sarà monitorata da una task force congiunta con 200 soldati Usa e militari da Egitto, Qatar, Turchia e forse Emirati.
«Lunedì o martedì» la liberazione dei 20 ostaggi vivi in cambio di 1.950 prigionieri palestinesi, tra cui però non ci sarà Barghouti.
A mezzogiorno ha rilasciato alcune dichiarazioni il premier israeliano Benjamin Netanyahu, in un incontro con la stampa in cui non erano permesse domande: «Hamas ha accettato l’accordo solo quando ha sentito l’acqua alla gola. E la spada è ancora lì. Hamas ha accettato l'accordo dopo che il piano Trump, su cui ho concordato con il presidente a Washington, lo ha isolato a livello internazionale in modo senza precedenti», ha detto.
«Stiamo stringendo Hamas da ogni lato in vista delle prossime fasi del piano – ha aggiunto -, che prevede il suo disarmo completo e la smilitarizzazione di Gaza. Se ciò sarà raggiunto in modo pacifico, tanto meglio. Se no, sarà raggiunto con la forza».
«Oggi – le parole del premier israeliano – celebriamo uno dei risultati più grandi della nostra guerra per la rinascita: il ritorno di tutti i nostri ostaggi - vivi e morti - a casa. Questo è stato un obiettivo centrale che abbiamo perseguito con determinazione lungo tutto il percorso. Abbiamo fatto una promessa e l'abbiamo mantenuta. Vi ricordo che, all'inizio della guerra, c'erano coloro che dicevano 'dobbiamo abituarci all'idea che non riusciremo a riavere nemmeno un ostaggio vivo'. Io la pensavo diversamente e ho agito diversamente».
Netanyahu ha anche risposto a chi sostiene che questo accordo si potesse raggiungere prima: «Non è vero: Hamas non ha mai acconsentito a liberare tutti gli ostaggi con l'Idf così ancora profondamente dentro la Striscia».
(Unioneonline/L)