Tiene banco in Francia il caso di Curtis, un cane che rischia di essere abbattuto, perché sospettato di aver provocato la morte della sua padrona, Elisa Pilarski, 29 anni.

I fatti risalgono all'autunno 2019, quando la donna, che era incita di sei mesi, stava passeggiando nella foresta di Retz, nella regione dell'Aisne, assieme al suo staffordshire terrier americano, mentre in quel momento - particolare non secondario - era in corso una battuta di caccia cui partecipavano decine di cani della locale società venatoria.

A un certo punto la donna chiamò il suo compagno, chiedendogli di andarle in soccorso, perché - disse - era minacciata da "cani aggressivi". Quando l'uomo arrivò sul posto trovò però la 29enne senza vita, uccisa, ha stabilito l'autopsia, da morsi di cane. E il principale sospettato divenne appunto Curtis.

Una tesi che il compagno della 29enne - Christophe Ellul - respinge con forza, così come i suoi familiari. I sospetti, piuttosto, sarebbero da indirizzare sulla muta di cani presente in quel momento nella foresta e non sul cane di famiglia, bollato come "di razza pericolosa". Se così fosse, però, anche i cacciatori impegnati nella battuta dovrebbero rispondere dell'accaduto. Invece proprio loro sono convinti della "colpevolezza" dello staffordshire terrier.

Insomma, un caso intricato, che dovrebbe essere risolto dagli inquirenti a fine agosto, quando arriveranno gli esami del Dna disposti dalla Procura. Prelievi sono stati eseguiti su 62 animali, cinque di proprietà della Pilarski (tra cui Curtis) e 57 di proprietà dei cacciatori presenti nella zona al momento della morte. L'animale responsabile andrebbe dunque incontro all'abbattimento.

Con la chiusura delle indagini il destino di Curtis, che per i familiari della vittima avrebbe solo cercato di difendere la padrona, potrebbe essere segnato. Ma già da ora si moltiplicano gli appelli degli animalisti per salvarlo.

In prima linea anche Michela Vittoria Brambilla, ex ministro del governo Berlusconi e oggi presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell'Ambiente.

"Una giovane donna e il suo bambino - dice Brambilla - hanno perduto la vita e nulla potrà mai compensare una così grande perdita. Ma riteniamo che in questa storia vi siano alcuni punti fermi. Primo: il comportamento di Curtis deve essere attentamente e seriamente valutato. Troppo comodo scaricare la colpa su un animale da compagnia per assolvere in quattro e quattr'otto la brigata dei cacciatori. Secondo: nessun cane può essere considerato "responsabile" della morte di Elisa né può, quindi, essere abbattuto. La responsabilità è solo umana".

(Unioneonline/l.f.)
© Riproduzione riservata