Al grande Unsilence Forum, il meeting euro-mediterraneo che in questi giorni riunisce nella città catalana centinaia di attivisti per la Palestina, emerge con forza un tema che molti partecipanti internazionali ancora ignoravano: il caso Rwm in Sardegna.

L’incontro, dedicato alla denuncia di genocidio, guerra, riarmo e derive autoritarie, nasce, come spiegano gli organizzatori, a trent’anni dalle promesse tradite del processo Euromed, per costruire azioni comuni e rompere le complicità politiche e industriali nel Mediterraneo.

Tra le voci che hanno attirato maggiore attenzione c’è proprio quella della delegazione sarda: Ennio Cubeddu, Eleonora Camba e Simone Garau, impegnati nella campagna “Stop Rwm” e nella rete Global Sumud Flotilla. Davanti a un pubblico internazionale, i tre hanno illustrato l’intero dossier sugli stabilimenti di armamenti di Domusnovas. 

«Dopo una presentazione generale – racconta Cubeddu – abbiamo esposto i motivi etici, ambientali e urbanistici per cui chiediamo che la Regione dica un secco no alla VIA ex post con cui RWM vorrebbe sanare gli ampliamenti già realizzati».

Grande sorpresa e attenzione, sottolinea l’attivista, ha suscitato in particolare la parte dedicata alla produzione di droni killer, realizzati in Sardegna su licenza della israeliana Uvision Ltd.

Camba e Garau, «con un inglese impeccabile», hanno completato il quadro presentando nel dettaglio il dossier Rwm, rafforzando la cornice internazionale di una battaglia che «finora molti partecipanti non conoscevano».

Domani, al termine del Forum, verrà lanciata una campagna euro-mediterranea comune per la Palestina, destinata a svilupparsi nei prossimi mesi e accompagnata da nuovi eventi e mobilitazioni. 

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