Guarito dal coronavirus a 70 anni dopo oltre due mesi d'ospedale, ma la sua non può essere considerata una storia a lieto fine. Perché Michael Flor, uomo di Seattle, si è visto recapitare il conto dell'ospedale, più di 1,1 milioni di dollari (circa 997mila euro).

L'uomo è stato uno dei primi pazienti Covid degli Stati Uniti. Ricoverato lo scorso 4 marzo, è stato sottoposto a ventilazione polmonare assistita per oltre un mese, rischiando seriamente di morire. Tanto che i medici avevano permesso alla famiglia di comunicare con lui a distanza tramite un telefono per ascoltare le sue ultime volontà.

E invece è guarito contro ogni previsione, è stato dimesso ai primi di maggio e i vicini lo hanno accolto con numerosi cartelli per dargli il "bentornato".

Una scena commovente quella dell'uscita dell'uomo dall'ospedale, in sedia a rotelle e con una maglia di Superman. Lo hanno ribattezzato "bambino miracolo" per essere rinato una seconda volta: l'ospedale in cui era ricoverato, infatti, è lo stesso in cui è nato.

Ma ora, come spiega il Seattle Times, gli è arrivata questa fattura da capogiro per le lunghe cure cui è stato sottoposto. Fattura che sarebbe stata ancor più pesante se non avesse avuto un'assicurazione. Michael Flors deve pagare 9.736 dollari per ogni giorno passato in terapia intensiva e in isolamento, 82.215 per 29 giorni di ventilazione meccanica, 100mila per i due giorni in cui i medici avevano fatto di tutto per salvarlo dopo un collasso degli organi. Il resto per farmaci, attrezzature e dispositivi di protezione usati da medici e infermieri.

"Quando ho visto il conto ho rischiato di morire una seconda volta", ha raccontato al quotidiano locale. "Sapevo che non ci saremmo potuti permettere cure prolungate, ora mi sento quasi colpevole per essere sopravvissuto".

(Unioneonline/L)
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