Gli Stati Uniti entrano in guerra contro l’Iran al fianco di Israele.

Poco prima delle 2 – ora italiana – della notte tra sabato e domenica il presidente Donald Trump ha annunciato l’attacco a tre siti nucleari della Repubblica islamica, quelli di Fordow, Natanz ed Esfahan, che sarebbero stati «distrutti».

ORE 16,21 – SCONTRO SULLO STRETTO DI HORMUZ

Il Parlamento iraniano ritiene necessario chiudere lo Stretto di Hormuz in seguito agli attacchi statunitensi contro gli impianti nucleari iraniani. Lo ha affermato Esmail Kosari, membro della commissione parlamentare per la sicurezza nazionale. Lo riferisce l'agenzia Tass. Ora la decisione finale spetta al Consiglio supremo di sicurezza nazionale. La mossa sarebbe «un suicidio» per l'Iran. Lo ha detto il vice presidente americano Jd Vance. «Tutta la loro economia passa attraverso lo Stretto di Hormuz. Perché dovrebbero farlo? Non credo abbia alcun senso», ha aggiunto il numero due di Donald Trump.

LE PAROLE DI TRUMP – «Congratulazioni ai nostri grandi guerrieri americani. Nessun altro esercito al mondo avrebbe potuto fare questo», ha detto il leader di Washington, in un post sui social, cui poi è seguito un discorso alla Nazione.

In azione sarebbero entrati i bombardieri B-2 americani in grado di trasportare le bombe MOP (Motorized Bunker Penetrating Bomb) di cui solo l'esercito americano è in possesso.

Sei bombe “bunker bluster” sono state sganciate sul sito di Fordow, mentre sugli altri bersagli sarebbero stati lanciati una trentina di missili Tomahawk, riportano i media Usa. 

«Questo è uno momento storico per gli Stati Uniti d'America, Israele e il mondo», ha affermato Trump. Aggiungendo: «Il nostro obiettivo era annullare le capacita di arricchimento di Teheran e la sua minaccia nucleare. È stato uno spettacolare successo militare». Il presidente ha anche avvisato l’Iran: «A questo punto o ci sarà la pace o ci sarà una tragedia come mai prima». Poi l’invito a tornare al tavolo dei negoziati. 

Trump segue i raid in Iran nella situation room 

LA REAZIONE DELL’IRAN – Dal canto proprio Teheran, attraverso il ministro degli Esteri Abbas Araghchi, ha condannato i bombardamenti americani definendoli «oltraggiosi» e ha affermato che il suo Paese ha il diritto di difendere la sua sovranità. «Quanto accaduto avrà conseguenze eterne», ha avvisato. 

Un canale affiliato alle Guardie Rivoluzionarie iraniane – i Pasdaran - ha invece annunciato che «gli Stati Uniti dovranno sopportare le conseguenze dell'attacco all'Iran. Le loro basi in Medio Oriente saranno ridotte in cenere».

NETANYAHU – Da Israele, il premier Benjamin Netanyahu ha dichiarato, in un discorso trasmesso in televisione: «Con il presidente Trump abbiamo ottenuto insieme risultati senza precedenti. Con pieno coordinamento operativo tra le forze di difesa israeliane e l'esercito Usa, gli Stati Uniti hanno attaccato i tre siti nucleari iraniani. Questo programma minacciava la nostra sopravvivenza ed era anche un rischio per la pace dell'intero mondo».

MISSILI SU ISRAELE – Dopo poche ore dall’attacco Usa, la risposta iraniana non si è fatta attendere: una nuova pioggia di missili è stata lanciata contro le città dello Stato ebraico, comprese Tel Aviv, Gerusalemme e Haifa, dove vengono segnalati decine di feriti ed edifici rasi al suolo. 

L’ITALIA – Palazzo Chigi fa sapere che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni «sta seguendo con la massima attenzione la crisi in Iran e ha convocato una riunione in videoconferenza con i ministri interessati, con il sottosegretario Alfredo Mantovano e con i vertici dell'intelligence».

L’APPELLO DEL PAPA – «Oggi più che mai l'umanità grida e invoca la pace: è un grido che chiede responsabilità e ragione e non dev'essere soffocato dal fragore delle armi e da parole retoriche che incitano al conflitto», ha detto Papa Leone XIV durante l’Angelus. Aggiungendo: «Fermare la tragedia della guerra prima che essa diventi una voragine irreparabile».

ALLERTA MASSIMA NELLE BASI AMERICANE IN ITALIA – È allerta massima nelle basi americane in Italia dopo l'attacco statunitense in Iran della notte scorsa. Da Aviano a Sigonella, secondo quanto si apprende, l'attenzione è massima. Rafforzati i dispositivi messi in campo per garantire la sicurezza dei militari.

LA CONDANNA DELLA RUSSIA – Il ministero degli Esteri russo «condanna fermamente» gli attacchi Usa in Iran che possono aggravare l'escalation in atto e «minare ulteriormente la sicurezza regionale e globale». «La decisione irresponsabile di sottoporre il territorio di uno Stato sovrano ad attacchi missilistici e dinamitardi, a prescindere dalle argomentazioni addotte, viola gravemente il diritto internazionale e le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite», afferma il ministero. 

MINACCIA NUCLEARE – Gli attacchi contro l'Iran «hanno inferto un duro colpo alla credibilità del Trattato di non proliferazione nucleare e del sistema di verifica e monitoraggio dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, che su di esso si basa». Lo afferma il ministero degli Esteri russo, chiedendo «una reazione tempestiva, professionale e onesta dalla dirigenza dell'Agenzia, senza evasioni e tentativi di nascondersi dietro una “equidistanza” politica». Anche il Consiglio di Sicurezza dell'Onu «deve reagire», aggiunge Mosca, e perché siano «respinte collettivamente le azioni conflittuali di Stati Uniti e Israele».

MACRON – Il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha continuato oggi i suoi colloqui telefonici successivi all'attacco americano contro 3 siti nucleari in Iran questa notte, chiamando il presidente dell'Iran Masoud Pezeshkian. Lo riferiscono fonti dell'Eliseo. A Pezeshkian, Macron ha ripetuto il suo «appello per la liberazione immediata dei due ostaggi francesi, per una de-escalation e per la ripresa di negoziati diplomatici».

L’OPERAZIONE “MARTELLO DI MEZZANOTTE” – "Operazione martello di mezzanotte", questo il nome dell'operazione Usa che ha colpito i siti nucleari iraniani, «non è una missione illimitata, Trump ha assegnato una missione chiara e mirata per colpire le capacità nucleari dell'Iran». Lo ha detto il capo del Pentagono, Pete Hegseth, in conferenza stampa aggiungendo che «tutto può accadere in un conflitto ma lo scopo era intenzionalmente limitato". L'America "non cerca la guerra», ha chiarito. «Abbiamo lavorato a stretto contatto e ci consultiamo continuamente con gli alleati nella regione», ha proseguito. L'amministrazione Trump «ha rispettato i requisiti di notifica del War Powers Act» e ha informato i membri del Congresso degli attacchi immediatamente «dopo che gli aerei erano decollati in sicurezza" ha poi detto il segretario alla Difesa.

- IN AGGIORNAMENTO – 

(Unioneonline/l.f. – v.f.)

© Riproduzione riservata