Gaza, c’è l’accordo sulla prima fase del piano di pace: «Ritiro dell’Idf e ostaggi liberi»
Trump: «Traguardo storico». Festa nelle strade della Striscia. Tajani: «Pronti a fare la nostra parte, anche ad inviare militari»Festa a Gaza dopo l'annuncio di Trump
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Israele e Hamas hanno raggiunto l'accordo sulla "prima fase" del piano per sospendere i combattimenti e rilasciare almeno i 20 ostaggi ancora vivi. Donald Trump ha annunciato sul suo social media Truth il traguardo «storico». L’intesa verrà firmata oggi alle 12 (le 11 italiane).
«Sono molto orgoglioso di annunciare che Israele e Hamas hanno entrambi firmato la prima fase del nostro piano di pace. Ciò significa che tutti gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una pace forte e duratura», ha scritto il presidente americano alla fine di una giornata in cui erano stati sempre più evidenti i segnali che l'intesa era imminente. L’accordo prevede anche l’apertura di cinque valichi per gli aiuti umanitari.
«Questo è un grande giorno per il mondo arabo e musulmano, Israele, tutte le nazioni circostanti e gli Stati Uniti d'America. Ringraziamo i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, che hanno collaborato con noi per rendere possibile questo evento storico e senza precedenti. benedetti gli operatori di pace!», ha scritto ancora Trump.
«Con l'aiuto di Dio, riporteremo tutti a casa», ha commentato Benyamin Netanyahu che ha subito convocato il Parlamento per approvare il piano e poi ha chiamato il presidente americano. L’estrema destra al governo con Netanyahu, come è noto, non approva l’accordo: il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich voterà contro. «C'è un'immensa paura delle conseguenze dello svuotamento delle prigioni e del rilascio della prossima generazione di leader terroristi che faranno di tutto per continuare a versare fiumi di sangue ebraico qui, Dio non voglia. Solo per questo motivo, non possiamo unirci a festeggiamenti miopi o votare a favore dell'accordo».
La gioia è esplosa nelle strade di Gaza e tra le famiglie degli ostaggi che hanno inviato un video messaggio a Trump. Hamas ha dichiarato che «l'accordo determina la fine della guerra a Gaza, il ritiro dell'Idf, l'ingresso di aiuti e lo scambio di prigionieri, dopo negoziati responsabili e seri che il movimento ha condotto insieme alle fazioni». Il gruppo ha anche espresso «apprezzamento profondo per gli sforzi dei fratelli mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, e del presidente americano». Ma Hamas ha anche chiesto a Trump di fare pressione su Israele perché rispetti i termini.
Sui dettagli del ritiro delle forze israeliane si sa ancora molto poco. Un alto funzionario della Casa Bianca ha dichiarato alla Cnn che «una volta votato a favore, Israele dovrà ritirarsi sulla linea, il che dovrebbe richiedere meno di 24 ore». Dopo che Israele se ne sarà andato, scatterà il termine di 72 ore per il rilascio degli ostaggi israeliani. Un alto funzionario di Hamas ha dichiarato che Israele rilascerà 1.950 prigionieri palestinesi in cambio di 20 ostaggi ancora in vita: la cifra include 250 ergastolani e altri 1.700 detenuti dall'inizio della guerra.
«Pensiamo che inizieranno a essere rilasciati lunedì, anche quelli morti», ha dichiarato Donald Trump. Secondo la Bbc, Israele ha respinto il rilascio di Marwan Barghouti nell'accordo di scambio dei prigionieri, nonostante l'insistenza di Hamas sul suo rilascio.
Lo storico accordo arriva proprio due anni dopo che Israele ha lanciato una campagna militare a Gaza in risposta all'attacco del 7 ottobre 2023, in cui Hamas han ucciso circa 1.200 persone e ne ha prese in ostaggio altre 251. Da allora, almeno 67.183 persone sono state uccise dalle operazioni militari israeliane a Gaza, tra cui 20.179 bambini, secondo il ministero della Salute palestinese.
Non sono chiari i dettagli del ritiro dell’Idf. L’intesa annunciata ieri sera è solo il primo passo, sottolineano funzionari Usa, lasciando intendere che c’è ancora strada da fare per il via libera al piano in 20 punti di Donald Trump.
I colloqui si sono concentrati quasi esclusivamente su ciò che accadrà nei primi giorni e settimane dell'accordo: il ritiro parziale israeliano da Gaza e lo scambio di quasi 50 ostaggi tra vivi e morti con prigionieri palestinesi. Alcuni dei punti più difficili come la governance di Gaza e il disarmo dei combattenti di Hamas dovranno ancora essere negoziati in futuro, sottolineano i funzionari Usa.
Giorgia Meloni parla di una notizia «straordinaria» e ringrazia Donald Trump: «L'accordo raggiunto in Egitto per l'applicazione della prima fase del Piano di pace del Presidente Trump è una straordinaria notizia che apre la strada al cessate il fuoco a Gaza, al rilascio di tutti gli ostaggi e al ritiro delle forze israeliane su linee concordate. Desidero ringraziare il Presidente Trump per aver incessantemente ricercato la fine del conflitto a Gaza e i mediatori - Egitto, Qatar e Turchia – per i loro sforzi che si sono rivelati cruciali per l'esito positivo raggiunto. Ora esorto tutte le parti a rispettare pienamente le misure concordate e lavorare per realizzare rapidamente i passi successivi previsti dal Piano di Pace».
«In questa fase – evidenzia la premier - si parla di una tregua, di rilascio degli ostaggi, che era una condizione essenziale per avviare un percorso di pace, e dall'altra parte di un primo arretramento delle forze israeliane a Gaza. Dopodiché c'è tutto il tema del disarmo di Hamas, di fare in modo che non ci siano nuovi insediamenti in Cisgiordania e di una gestione transitoria della Striscia di Gaza. Hamas non deve avere alcun ruolo, e l'Autorità nazionale palestinese ha bisogno di un percorso di riforma, e la comunità internazionale, particolarmente i Paesi arabi, devono giocare un ruolo per garantire transitoriamente un governo».
«Dal Medio Oriente arrivano ottime notizie: la pace è vicina. L'Italia, che ha sempre sostenuto il piano statunitense, è pronta a fare la sua parte per consolidare il cessate il fuoco, per fare arrivare nuovi aiuti umanitari e per partecipare alla ricostruzione di Gaza. Pronti anche a inviare militari in caso di creazione di una forza internazionale di pace per riunificare la Palestina», afferma invece il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
(Unioneonline)