Il neopresidente Emmanuel Macron e il neopremier Edouard Philippe hanno varato il nuovo governo di Francia.

Il socialista Gerard Collomb, sindaco di Lione, diventa ministro dell'Interno, mentre a Bruno le Maire, esponente dell'ala moderata del partito Les Republicains, è stato affidato il ministero dell'Economia.

Degli esteri si occuperà Jean-Yves Le Drian.

Ancora, il giornalista e ambientalista Nicolas Hulot sarà delegato all'Ambiente o - meglio - alla Transizione ecologica e solidale.

A Richard Ferrand, segretario generale del movimento En Marche, è andata la delega alla Coesione dei territori.

Solidarietà e sanità saranno gli incarichi per Agnès Buzyn, mentre la Cultura è stata assegnata a Françoise

Nyssen, co-direttore della casa editrice Actes-sud. Ministro per il Lavoro diventa Murielle Pénicaud, finora direttrice dell'agenzia per l'internazionalizzazione dell'economia francese. Alla Pubblica Istruzione viene nominato Jean-Michel Blanquer, ex alto funzionario del settore scuola, e allo Sport la campionessa olimpica di scherma Laura Flessel.

Nomi a parte, l'Esecutivo appare come un compromesso tra anime ed estrazioni diverse: due ministri provengono dal partito conservatore, quattro da ambienti socialisti e molti dalla società civile.

Spicca la volontà di assegnare deleghe specifiche a personaggi con competenze specifiche (un ecologista all'Ambiente, un ex sportiva allo Sport, un medico alla Sanità ecc.).

Le donne sono esattamente la metà: 11 su 22 poltrone.

L'età media, infine, è di 54,6 anni.
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