Famiglia muore durante una gita: la verità negli ultimi messaggi (mai giunti a destinazione)
I Gerrish furono trovati senza vita lo scorso agosto in Sierra Nevada. Si pensò ad alghe tossiche, fumi nocivi o fulmini. Ora le indagini chiariscono le vere cause: sete e ipertermia
La famiglia Gerrish (da Facebook)
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Morti per il caldo e per la sete, nel corso di quella che doveva essere una gioiosa escursione nella natura.
Diventa un monito per tutti gli appassionati di trekking in zone remote la tragica vicenda di Jonathan Gerrish, 45enne di origine britannica, e di sua moglie Ellen Chung, 35 anni, partiti lo scorso agosto per una gita sui sentieri della Sierra Nevada, in California, assieme alla figlioletta di un anno e al loro cane.
I loro corpi vennero trovati nei giorni di Ferragosto, senza vita. Nessuno presentava segni che potessero indicare una causa precisa di morte e le indagini successive ipotizzarono che la famiglia potesse essere deceduta dopo aver bevuto acqua di fiume inquinata da alghe tossiche o a causa dei fumi provenienti da una miniera abbandonata della zona oppure dopo essere stata colpita da un fulmine. Ora invece la polizia della città di Mariposa, titolare dell’inchiesta, ha ribadito che i Gerrish sono morti a causa della disidratazione. Negli ultimi messaggi inviati dal capofamiglia con lo smartphone, infatti, ci sarebbe la conferma: scrivendo ad amici e soccorritori l’uomo ha fatto chiaramente riferimento alla scarsità dell’acqua, al caldo insopportabile e alla difficoltà di ritrovare la strada per tornare al punto di partenza dell’escursione. Tali messaggi, però, non sono mai arrivati a destinazione, a causa della mancanza di segnale.
La famiglia, dunque, senz’acqua ed esposta a temperature elevatissime (in quel periodo di agosto si parla anche di 42 gradi), sarebbe morta per ipertermia e disidratazione, senza che nessuno potesse intervenire per prestare soccorso. Accanto ai corpi furono trovate solo una bottiglia d’acqua e una bottiglia di latte artificiale, entrambe vuote. Davvero una scorta troppo esigua per permettere loro di resistere.
Come detto, la tragedia – negli Usa e anche nel Regno Unito, Paese d’origine di Gerrish - ha riacceso il dibattito sui vacanzieri che si avventurano in luoghi remoti senza preparazione e attrezzatura adeguata, sottovalutando i rischi. Addirittura, alcuni media – come il Guardian – hanno stilato una sorta di elenco dei “passi falsi” fatti dalla coppia, affinché chi si cimenta nel trekking li abbia ben presenti e non li ripeta.
"Se stai facendo escursioni a quelle temperature, devi portarti dietro almeno un litro d'acqua per ogni ora in cui prevedi di restare fuori”, spiegano, ad esempio, gli esperti. Inoltre, è sempre bene avvalersi di una guida oppure avvisare chi di dovere del percorso che si intende affrontare. Senza dimenticare di dotarsi di strumenti Gps in grado di far partire comunicazioni ed sos anche in assenza di segnale telefonico.
(Unioneonline/l.f.)