Dopo 18 giorni di protesta, il presidente Hosni Mubarak, al potere da 30 anni, si è dimesso e il potere è passato nelle mani delle forze armate che in un comunicato hanno sottolineato di essere “consapevoli della serietà e della gravità della situazione” e di star “studiando la questione per venire incontro alle speranze del popolo”. All'annuncio, fatto dal vicepresidente Omar Suleiman, piazza Tahrir, al Cairo, è esplosa in un boato di gioia. Mubarak ha lasciato il Cairo per raggiungere, insieme alla famiglia, la sua residenza di Sharm-el-Sheikh.

L’ANNUNCIO - Poche parole, quelle pronunciate da Suleiman per dare attraverso la tv di Stato l'annuncio delle dimissioni: “Cittadini, in nome di Dio misericordioso, nella difficile situazione che l'Egitto sta attraversando, il presidente Hosni Mubarak ha deciso di dimettersi dal suo mandato e ha incaricato le forze armate di gestire gli affari del Paese. Che Dio ci aiuti”.

LE FORZE ARMATE - Il Consiglio della Difesa ha preannunciato misure per la transizione. Dopo aver elogiato Mubarak per essersi dimesso “nell'interesse della nazione”, i militari hanno affermato: “Siamo consapevoli della gravità e della serietà della situazione, così come delle richieste del popolo di avviare mutamenti radicali. L'alto consiglio militare sta studiando la questione per venire incontro alle speranze del nostro grande popolo”.

LE REAZIONI - Le dimissioni di Mubarak sono state accolte con un tripudio di bandiere in piazza Tahrir. Da un lampione penzola un fantoccio impiccato; lo accompagnano fischi e grida di giubilo. Alcuni urlano “Dio è grande”, altri “abbiamo abbattuto il regime”. I soldati sui carri armati, in piedi, sorridono e rispondono alla gente, si fanno fotografare con pose da vittoria, con le dita che formano la “V”. “È il più bel giorno della mia vita, il Paese è libero!». È il breve messaggio pubblicato su Twitter dal Premio Nobel Mohammed El Baradei.
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