È morto il medico cinese Li Wenliang, il primo ad aver dato l'allarme - inascoltato - sulla diffusione del coronavirus.

La notizia è stata confermata dall'ospedale di Wuhan.

Li, oftalmologo di 34 anni, aveva notato a dicembre nell'ospedale di Wuhan sette casi di un virus che gli ricordava la Sars. Aveva subito capito che si trattava di un virus sospetto, di cui ancora non si conosceva il ceppo virale, e aveva anche previsto l'epidemia.

A fine dicembre scrisse in una chat di colleghi tutti quelli che erano i suoi timori, ma le autorità cinesi lo misero a tacere.

Il giorno dopo aver avvisato i colleghi, in piena notte, fu convocato presso la commissione per la Salute di Wuhan, riunitasi in gran segreto per discutere dell'epidemia.

"Il segretario del comitato disciplinare dell'ospedale, del partito comunista - ha raccontato - ha detto che mi stavo sbagliando e mi ha fatto scrivere un documento di autocritica per aver diffuso notizie false". Il 3 gennaio, quando le notizie sul virus ancora dovevano cominciare a circolare e la popolazione di Wuhan ancora non era stata allertata, fu convocato dalla polizia e costretto a firmare un documento in cui si rimangiava tutto.

È stato quindi arrestato per procurato allarme e poi scarcerato, visto che di fatto l'allerta c'era e Pechino è stata costretta ad ammetterla. Tornato in ospedale, è stato contagiato dopo aver curato un paziente, anche perché - ha raccontato - "all'inizio non ci facevano portare la mascherina".

La sua foto con la maschera dell'ossigeno e il tesserino d'identità mostrato a fatica è diventata virale sui social, perché nel frattempo Li era diventato un eroe. Aveva sfidato il potere a favore della collettività, per una nobile causa.

"Il 10 gennaio ho iniziato a tossire, l'11 avevo la febbre e ho capito di avere un problema serio", ha raccontato. Oggi la morte.

Il medico, come detto, aveva parlato di possibile epidemia già il 30 dicembre. Ma le prime misure preventiva la Cina le ha prese solo il 23 gennaio, mettendo in quarantena la città di Wuhan, che nel frattempo però era stata lasciata già da milioni di persone, come ammesso anche dal sindaco.

(Unioneonline/L)
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