Armi legali con stampanti 3D. Trump: "Non hanno molto senso"
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Bloccata la pubblicazione online di istruzioni su come fabbricare pistole con la stampante 3D.
Lo stop è arrivato da parte di un giudice federale degli Stati Uniti dopo la diffusione sul web dell'azienda texana "Defense Distributed", il cui proprietario è un noto sostenitore del possesso d'armi.
Otto Stati si erano appellati contro il via libera e anche il presidente Donald Trump, nella giornata di ieri, si era espresso in maniera contraria.
"Sto esaminando le pistole di plastica 3D vendute al pubblico. Ho già parlato con la Nra, non sembra avere molto senso", così il tycoon su Twitter.
La preoccupazione di Trump era arrivata dopo che otto Stati americani, più il Distretto di Columbia, avevano fatto causa in un tribunale di Seattle per chiedere all'amministrazione di impedire la pubblicazione degli schemi, in quanto rappresentano una seria minaccia per la sicurezza nazionale.
La "Defense Distributed", che il mese scorso ha vinto una causa contro il governo ottenendo il permesso di pubblicare le istruzioni, offre progetti per le armi scaricabili e si vanta di essere l'unica azienda tecnologica per armi negli Stati Uniti autorizzata dal governo federale a pubblicare tali progetti online, sotto forma di dati di progettazione per stampanti 3D.
Le pistole disponibili - in plastica e senza numero di serie e quindi non rintracciabili - includono un fucile semiautomatico AR-15, quello utilizzato nella strage alla Marjory Stoneman Douglas High School in Florida lo scorso febbraio, un AR-10, una pistola chiamata "Liberator" e una Ruger 10/22. Più di mille persone hanno scaricato i dati AR-15 tra il venerdì e la domenica, secondo i funzionari statali della Pennsylvania.
(Unioneonline/M)