Era accusata della morte della figlia paralizzata. L'ha aiutata a morire, ed è stata dichiarata innocente dell’accusa di omicidio. Poiché però si è detta colpevole di aver collaborato al suo suicidio è stata condannata a 12 mesi di libertà condizionata. E' accaduto a Londra.

LA VICENDA. Bridget Kathleen Gilderdale, 55 anni, è la madre accusata della morte della figlia Lynn, 31 anni, per 15 anni paralizzata e costretta a letto per colpa di una rara malattia, l’encefalopatia mialgica. La madre ha ammesso in tribunale di aver aiutato la figlia a togliersi la vita, ma è stata assolta dall’accusa di omicidio volontario in quanto le prove hanno dimostrato che sua figlia aveva più volte espresso il desiderio di morire. Secondo quanto è stato riferito in tribunale, la signora Gilderdale ha procurato alla figlia due siringhe di morfina. La giovane donna si sarebbe autosomministrata la sostanza, che però è risultata inefficace. A quel punto, la madre avrebbe somministrato alla figlia due pasticche di morfina e una iniezione di aria per causare un embolo.
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