Addio a Madeleine Albright, prima donna segretario di Stato Usa
Artefice della politica estera post Guerra fredda, aveva duramente criticato Putin
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La prima donna segretario di Stato americana, Madeleine Albright, è morta a 84 anni. Malata di cancro, è stata una figura simbolo della politica americana tra gli anni Novanta e i primi 2000.
Prima ambasciatrice degli Usa all’Onu, nel secondo mandato di Bill Clinton alla Casa Bianca è stata la donna più alta in grado nella storia del governo ma per lei non ci sono state le possibilità di succedere alla guida della Paese in quanto nata nell’allora Cecoslovacchia. Di origine ebraica, si era trasferita dopo l’annessione al Terzo Reich e, dopo un soggiorno a Londra, era tornata in patria sul finire della Seconda guerra mondiale, per poi andare negli Usa nel 1948.
Studi liceali in Svizzera, laurea in scienze politiche al Wellesley College nel Massachusetts, aveva conseguito un dottorato in diritto pubblico alla Columbia University di New York, quando era già sposata col giornalista Joseph Medill Patterson Albright, da cui divorzierà nel 1982.
Durante il mandato di Clinton ha contribuito a forgiare la politica americana dopo la guerra fredda, sostenendo l'allargamento della Nato e il suo intervento armato in Kosovo nella primavera 1999 per “ragioni umanitarie”. Nel 2000 il viaggio in Corea del Nord per uno storico incontro con il leader nordcoreano Kim Jong-il.
Solo un mese fa aveva firmato sul New York Times un editoriale sulla guerra tra Mosca e Kiev: "Invece di spianare la strada alla grande Russia, l'invasione dell'Ucraina segnerà l'infamia di Putin, lasciando il suo Paese diplomaticamente isolato, economicamente in difficoltà e strategicamente vulnerabile di fronte ad una alleanza occidentale più forte e unita". Le sanzioni occidentali "devasteranno non solo l'economia del suo Paese ma anche lo stretto circolo di amiconi corrotti, che a loro volta potrebbero sfidare la sua leadership. Quello che sarà di certo una guerra cruenta e catastrofica drenerà le risorse russe e costerà vite russe creando nello stesso tempo un incentivo urgente per l'Europa per tagliare la sua pericolosa dipendenza dall'energia russa".
(Unioneonline/s.s.)