"Ai pm ho spiegato tutto per filo e per segno. Sono assolutamente tranquillo".

Lo ha detto il premier Giuseppe Conte in un'intervista a "La Stampa" a proposito dell'audizione di ieri a Palazzo Chigi in cui è stato ascoltato per tre ore dai pm di Bergamo in relazione all'indagine sulla mancata istituzione della zona rossa ad Alzano e Nembro, nella Bergamasca.

"Ho chiarito tutto quello che c'era da chiarire - ha spiegato Conte -, ho illustrato tutti i passaggi di quei terribili giorni in cui combattevamo contro un nemico invisibile. Non ho nulla da temere".

"Come ho detto ai magistrati, la cronologia dei fatti è chiarissima: alla luce del quadro epidemiologico di cui disponevamo in quella prima settimana di marzo, non avrebbe avuto alcun senso chiudere solo i comuni di Alzano e di Nembro. Il nostro problema, già in quelle ore, era studiare soluzioni drastiche e immediate per tutta l'Italia. Ed è quello che abbiamo fatto. Perché - ha continuato -, c'è una grande differenza tra le scelte che facemmo nei due comuni della bergamasca e quelle che invece prendemmo a Codogno e Vo' Euganeo. In questi ultimi due casi eravamo agli inizi della pandemia, e non avevamo ancora alcuna contezza dell'esistenza di altri focolai nel resto del Paese. Viceversa, quando abbiamo affrontato il caso di Alzano e Nembro eravamo già di fronte a un'emergenza nazionale". "E l'abbiamo affrontata come tale - ha sottolineato - , applicando la zona rossa, o arancione, in tutto il territorio italiano".

Al premier è stato chiesto se temesse un avviso di garanzia, ha risposto: "Assolutamente no, io non sono ovviamente responsabile delle indagini, ma non mi aspetto alcun avviso di garanzia, né l'ho mai temuto. Come ho già detto più volte, ho la consapevolezza di aver agito in scienza e coscienza, e ho la serenità di chi ha sempre concordato ogni passo con il Comitato Tecnico Scientifico".

Sugli Stati Generali il premier ha replicato: "Ma quale passerella! Questi non sono gli Stati generali del presidente Conte, io sarò lì insieme ai miei ministri, non per smania di protagonismo, non per parlare ma per ascoltare. Dobbiamo ricostruire questo Paese", "noi non possiamo accontentarci di tornare come stavamo prima. Questa crisi deve essere l'occasione per dare finalmente il colpo di reni, con le grandi riforme che ci mancano da troppi anni. Stavolta abbiamo le risorse finanziarie per farlo, abbiamo una cornice europea che ce lo consente. È un'occasione che non dobbiamo sprecare".

Il presidente del Consiglio ha parlato infine del centrodestra: "Quando avremo finito gli Stati generali, e avremo fatto una sintesi delle idee per il rilancio, tornerò ad offrire un patto per le riforme a Salvini e Meloni, nella speranza che vogliano lavorare insieme a noi, in uno spirito di coesione nazionale".

(Unioneonline/F)
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