Visite ai parenti e mobilità tra Regioni, verso la proroga delle restrizioni fino al 15
Nel weekend del 9 e 10 tutta l'Italia arancione. Dal 15 gennaio nuovi parametri, più restrittivi, per stabilire i colori delle RegioniPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un decreto ponte tra il 7 e il 15 gennaio, ovvero tra la data di scadenza del decreto Natale e quella dell'ultimo Dpcm, che ha suddiviso l'Italia in fasce di rischio e tre colori.
Questa l'ipotesi che prende forma per mantenere, visto l'andamento tutt'altro che tranquillizzante della curva dei contagi, alcune restrizioni valide per tutto lo Stivale in un'Italia che il giorno dopo la Befana potrebbe diventare quasi tutta zona gialla.
Oggi si è tenuto un vertice per fare il punto sull'emergenza: hanno partecipato il premier Giuseppe Conte, i capidelegazione della maggioranza, il ministro Boccia e membri del Cts.
Queste le ipotesi emerse. Nell'unico weekend compreso in questo arco di tempo, quello del 9 e 10 gennaio, in tutta Italia saranno in vigore le misure previste per la zona arancione. Dunque chiusura dei bar e dei ristoranti anche a pranzo e divieto di spostamenti tra comuni.
La mobilità tra Regioni sarà comunque vietata dal 7 al 15 gennaio, anche tra zone gialle, e sarà consentita solo per ragioni di necessità, lavoro e salute, oltre che per il ritorno al domicilio o alla residenza.
Prevista anche la proroga del divieto, in scadenza il 6 gennaio, di ospitare a casa più di due parenti o amici, minori di 14 anni esclusi.
Ma c'è anche l'ipotesi, ancora più drastica, di prorogare con un'ordinanza del ministro della Salute il decreto Natale fino al 15 gennaio. E in quel caso tutta l'Italia sarebbe arancione il 7, 8, 11, 12, 13 e 14 gennaio, rossa nel weekend del 9 e 10 gennaio.
Sulla riapertura delle scuole Conte invece tiene il punto. La didattica in presenza del 50%, anche alle superiori, deve ripartire dal 7 gennaio, ha detto il presidente del Consiglio nel vertice a Palazzo Chigi.
DAL 15 GENNAIO - Dal 15 gennaio invece l'ipotesi è quella di mantenere la suddivisione del Paese in fasce di rischio, ma con criteri più restrittivi. Soprattutto per quanto riguarda l'indice Rt, l'indicatore più importante per definire il colore di una Regione. Al momento rischio alto e indice Rt superiore a 1,25 fanno scattare la zona arancione, rischio alto e indice Rt superiore a 1,5 fanno scattare invece la zona rossa. Criteri troppo morbidi. Il caso Veneto insegna: è sempre stato zona gialla nonostante 3 o 4mila contagi e oltre cento decessi al giorno, questo sia per una buona risposta del sistema sanitario ma anche e soprattutto perché non ha mai superato l'indice Rt di 1,25. L'ipotesi allo studio è quella di far scattare la zona arancione con indice Rt superiore a 1, quella rossa con Rt superiore a 1,25.
VACCINI - Nel vertice è emersa anche preoccupazione per i ritardi di alcune Regioni sulle vaccinazioni. In particolare la Lombardia, che su oltre 80mila dosi ricevute ne ha somministrate 2.416.
(Unioneonline/L)