Virus, è strage di medici: decine di vittime come a marzo
Il totale è salito a 238Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Strage di medici in questa seconda ondata Covid.
Così la definisce il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli: i medici morti a causa della pandemia di Covid-19 sono ad oggi 238, con 5 vittime registrate solo oggi.
E i decessi verificatisi nella seconda ondata dell'epidemia, a partire da ottobre, sono ben 59, un numero che ci riporta al periodo più nero dello scorso marzo.
Le nostre vite, ha sottolineato, sono "sostenute da persone comuni, solitamente dimenticate, che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste né nelle grandi passerelle dell'ultimo show ma, senza dubbio, stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia: medici, infermiere e infermieri, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti" che "hanno compreso che nessuno si salva da solo".
Anche tra gli infermieri il bilancio è pesante: 50 morti da inizio pandemia. Mentre tra i farmacisti sono 22 i decessi dallo scorso febbraio ad oggi.
Numeri che lasciano senza parole, commenta il presidente Fnomceo Filippo Anelli.
"Siamo tornati ai tempi di marzo - avverte -. Dobbiamo capire il perché di quella che è una vera e propria strage, specie nell'ambito della Medicina generale. Solo comprendendo le cause di queste morti, che nella seconda ondata francamente non ci aspettavamo - sottolinea - potremo prevenire altri decessi e rendere onore ai colleghi scomparsi".
Per questo, la Fnomceo ha proposto, in accordo con il ministro della Salute Roberto Speranza, un monitoraggio sul territorio. Nella prima ondata, chiarisce Anelli, "eravamo infatti impreparati, gli ospedali sono stati colti di sorpresa e mancavano largamente i dispositivi di protezione individuale Dpi. Ora, però, le cause di tutti questi decessi sono meno chiare e vanno indagate con attenzione, anche se possiamo fare delle ipotesi".
Nel caso dei decessi registrati tra i medici ospedalieri, afferma, "credo che un peso rilevante lo giochi l'eccessiva pressione sulle strutture, con i medici che spesso fanno turni di lavoro ad oltranza anche a causa delle carenze degli organici. Un superlavoro che può portare ad un calo dell'attenzione nella frenesia di garantire l'assistenza nonostante le carenze di personale".
Il 50% dei decessi si registra però tra i medici di famiglia sul territorio: "In questo caso - rileva - la causa è con tutta probabilità l'insufficienza nelle dotazioni complete di dpi. C'è ancora una sottovalutazione del rischio e non tutti i medici hanno sufficienti dotazioni e mancano ad esempio guanti, calzari, visiere e tute".
Inoltre, "manca un protocollo sull'utilizzo corretto dei dpi completi negli studi medici. A ciò si aggiunge poi il fatto che, a causa di una presenza a macchia di leopardo delle Unità per l'assistenza domiciliare Usca, a volte i medici fanno visite domiciliari senza le adeguate tutele". Tutto questo, avverte Anelli, "sta portando ad una crescita in alcune fasi quasi esponenziale nel numero dei decessi tra i medici".
Da qui la proposta di avviare un monitoraggio, attraverso gli Ordini e le aziende sanitarie, per "capire esattamente quale sia la situazione sul territorio nazionale: in alcuni ospedali sappiamo che gli specializzandi devono acquistare le mascherine di tasca propria mentre i dpi non sono ancora adeguati in vari studi medici". Tutto ciò "è inaccettabile. Abbiamo già la disponibilità del ministro che su questo fronte - conclude Anelli - ci ha garantito che laddove si riscontrassero carenze, è pronto all'invio di ispettori per le necessarie verifiche".
(Unioneonline/D)