"Ma era solo una battuta - si difende Villaggio - ed è assurdo prendersela. Mi dispiace, per punizione sono pronto ad andare in traghetto a Olbia e poi, vestito da francescano o da Gesù Cristo con le spine in testa, a farmi tutta la Sardegna a piedi e fermarmi ogni 500 metri a chiedere scusa per la battutaccia".

Una battutaccia, l'ha definita il conduttore del programma Olivero Beha, che oggi nel suo blog si è scusato "doverosamente con chi si è sentito offeso da Paolo Villaggio". Ma anche il giornalista è finito nel mirino della critica, insieme con un'altra ospite, la parlamentare del Pdl Alessandra Mussolini, "colpevoli" di non aver stigmatizzato subito le dichiarazioni di Villaggio.

Dal presidente della Regione al popolo del web, in Sardegna è rivolta contro il comico genovese, che tra l'altro il 20 febbraio sarà impegnato in teatro a Cagliari ed è già partita una campagna per boicottare lo spettacolo. "Vorrà dire che farò harakiri in pubblico", ha detto Villaggio in versione Fantozzi.

"Il servizio pubblico, pagato dai cittadini, non può essere ridotto a veicolo di stupidità, volgarità e ignoranza", ha commentato il governatore Ugo Cappellacci. "Non preoccupano tanto gli sproloqui e le lacune culturali di chi evidentemente ha esaurito il proprio repertorio - ha aggiunto - quanto il fatto che questi possano trovare spazio in una trasmissione della televisione di Stato".

I partiti politici dell'isola chiedono le scuse della Rai (Fli anche le dimissioni dei vertici aziendali), tuona anche il segretario della Fnsi Franco Siddi: "Vergogna di un attore decadente. Peggio la Rai: il servizio pubblico deve informare non insultare". Mentre loro, i pastori, chiamati pesantemente in causa dal ragionier Fantozzi, sono sul piede di guerra e hanno già dato mandato ad un legale di querelare Villaggio per le sue dichiarazioni.

Sulla vicenda non poteva mancare l'intervento di Gavino Ledda, lo scrittore sardo che nel 1975 pubblicò 'Padre padronè, libro di successo che per primo ha raccontato i tumulti sessuali poco ortodossi di un adolescente e da cui i fratelli Taviani, due anni dopo, realizzarono il film vincitore della Palma d'oro a Cannes. "Se ha detto questa cosa, Paolo Villaggio è un co...- attacca Ledda -, mi meraviglia che un autore che vale abbia detto certe cose. Ma siccome anche io sono un autore gli rispondo che se un ragazzo di 14-15 anni, per curiosità, ha avuto qualche rapporto con le pecore pensando ad una bella donna, lui evidentemente quando va con una donna pensa alle capre. I pastori sardi non hanno niente di cui vergognarsi, questa gente da salotto dimentica cos'è la specie umana".

CAPPELLACCI - "Il servizio pubblico, pagato dai cittadini, non può essere ridotto a veicolo di stupidità, volgarità e ignoranza". Così il governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci, commenta le dichiarazioni di Paolo Villaggio, durante la trasmissione di Raitre "Brontolo", secondo il quale i sardi fanno pochi figli perché si accoppiano con le pecore. "Non preoccupano tanto gli sproloqui e le lacune culturali di chi evidentemente ha esaurito il proprio repertorio - sottolinea il presidente della Regione -, quanto il fatto che questi possano trovare spazio in una trasmissione della televisione di Stato. Se il livello culturale offerto da certe trasmissioni scende così in basso, lo Stato farebbe bene a considerarle tra le voci soggette a tagli e riduzioni per risanare le finanze pubbliche".

I PASTORI - Anche i pastori isolani sono sul piede di guerra e hanno già dato mandato all'avvocato cagliaritano Anna Maria Busia di querelare Villaggio per le sue dichiarazioni. "Chiederò una copia ufficiale del filmato andato in onda - ha annunciato il legale - poi solleciterò la Procura a valutare se vi siano ipotesi di reato".
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