Troppi no al vaccino, si valuta l'obbligo per il pubblico impiego
In particolare per personale sanitario, delle Rsa e scolastico, afferma la sottosegretaria ZampaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Troppe titubanze sul vaccino, soprattutto da parte degli operatori delle Rsa, riaprono il dibattito sull'obbligatorietà, almeno per alcune categorie.
Al momento al ministero della Salute risulta che circa il 70% del personale abbia dato la sua adesione alla vaccinazione anti-Covid, ma la sottosegretaria Alessandra Zampa ha infranto il tabù dell'obbligatorietà. Prima in un'intervista a Repubblica, poi intervenendo alla trasmissione di RaiTre Agorà.
"In questo momento cominciare a parlare di obbligo farebbe un danno - ha detto - ma credo che fare il vaccino debba essere una precondizione per chi lavora nel pubblico".
"Dobbiamo avere la pazienza di spiegare, la campagna di comunicazione è in partenza e sui siti di Iss, ministero e Aifa si possono trovare fonti corrette per informarsi", ha affermato Zampa, precisando che "se ci rendessimo conto che c'è un rifiuto che non si riesce a superare credo che l'obbligo andrebbe considerato". Perché "non si può stare in una Rsa, dove andresti a lavorare per la salute delle persone ospitate, e mettere la loro salute a rischio".
"Abbiamo deciso - osserva ancora la sottosegretaria - che a scuola i bambini non vaccinati non possono andare (riferendosi all'obbligo della Lorenzin, ndr), credo valga anche per operatori sanitari e insegnanti".
Anche il viceministro Pierpaolo Sileri sferra un duro attacco ai colleghi medici e infermieri che non vogliono vaccinarsi: "Hanno sbagliato lavoro", dice senza mezzi termini. "Posso capire il cittadino che magari non ha basi scientifiche consolidate, non ha studiato medicina e può avere una certa riluttanza, ma penso che se medici e infermieri hanno ancora dei dubbi dopo aver visto ciò che è accaduto hanno sbagliato lavoro".
Secondo il viceministro tra le categorie prioritarie andrebbero inseriti anche farmacisti e dentisti: "La campagna partirà con la vaccinazione del personale sanitario - osserva -, ma credo che dovrà essere fatta qualche modifica, come già anticipato autonomamente da qualche Regione. Io ad esempio inserirei i farmacisti, che hanno avuto dei morti durante la prima ondata, e gli odontoiatri, che operano a contatto diretto con tutti i loro pazienti".
(Unioneonline/L)