Gli anestesisti rispondono duramente al commissario Domenico Arcuri, che ieri aveva parlato di una situazione sotto controllo con 3.300 posti letto occupati su 10mila disponibili, che presto diventeranno 11.300.

"Viene affermato che la pressione sulle terapie intensive sia sostenibile ma in realtà nelle regioni rosse la pressione è quasi insostenibile e in quelle arancioni è molto ma molto pesante. Sostenere che 10.000 ventilatori possano garantire un sufficiente margine per sostenere questa crescita esponenziale di ricoveri in terapia intensiva significa pensare che basti saper accendere un ventilatore per salvare una vita. Purtroppo non è cosi", ha detto in un videomessaggio mandato in onda ad Agorà, su RaiTre Antonio Giarratano, presidente Siaarti, (anestesisti e rianimatori).

Anche il segretario generale dell'Anaao Assomed Carlo Palermo replica, con tanto di numeri: "I posti oggi disponibili e attivi in Italia sono intorno a 7.500, e va ribadito che circa il 60% di questi letti è occupato da pazienti con malattie gravissime come ictus, infarti, politraumi, sepsi e insufficienze multiorgano, che non possono essere collocati altrove".

Quindi, continua, "la soglia del 30% indicata come livello d'allarme è posta intorno a 2.300 ricoveri, oggi siamo ben oltre il 40% con 3.422 pazienti Covid in terapia intensiva. In molte realtà i pazienti aspettano ore, se non giorni, anche intubati, nei pronto soccorso prima di essere inviati nei reparti".

Ancora: "Quando si parla di oltre 11mila posti letto totali si deve specificare che 3.500 sono solo sulla carta, attivabili in condizioni critiche e non immediatamente". Mancano infatti "letti in via di approntamento, le cui gare sono partite solo ad ottobre, letti sub-intensivi e chirurgici già utilizzati nelle ordinarie attività ospedaliere".

Senza contare che "in ogni caso non sarebbe disponibile il personale medico ed infermieristico necessario per la cura e l'assistenza".

(Unioneonline/L)
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